17.1 C
Napoli
sabato, Aprile 19, 2025
PUBBLICITÀ

Clan Mallardo, dopo le scarcerazioni eccellenti si ricompone la ‘vecchia guardia’

PUBBLICITÀ

La valanga di scarcerazioni negli ultimi mesi hanno consentito al clan Mallardo di tornare a compattarsi intorno alla vecchia guardia. In cella al 41 bis i capi boss Francesco e Ciccio Mallardo, il clan ora è in mano ai reggenti che hanno lasciato il carcere. L’ultimo ras a tornare in libertà è stato Giuliano Amicone. L’uomo, già sottoposto alla sorveglianza speciale, fu arrestato perchè una doveva scontare una pena di 8 anni di reclusione. Le accuse erano di estorsione aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose commesse ai danni di imprenditori edili della zona. Il boss era in carcere dal dicembre 2017, quando fu arrestato dopo poche settimane dalla scarcerazione ottenuta per problemi di salute.
Ma in seguito ad una visita di controllo operata da un medico incaricato dalla direzione distrettuale antimafia venne accertato che le sue condizioni di salute erano compatibili con la carcerazione in istituto di pena e dunque fu portato in cella.

Ha lasciato recentemente il carcere anche Francesco Napolitano, reggente e pezzo da novanta del clan Mallardo. Dopo l’annullamento dell’ergastolo per lui e Michele Olimpio, Napolitano  è uscito dalla cella. E’ sottoposto al divieto di dimora in Campania. Nonostante l’annullamento della condanna, invece, Michele Olimpio resta in carcere a Bari perché sottoposto a misura cautelare per altri procedimenti.

PUBBLICITÀ

A Francesco Napolitano nel 2019 fu notificata l’ordinanza di custodia cautelare pochi giorni prima di riacquistare la libertà dopo sette anni di carcere. Aveva scontato la sua condanna per associazione a delinquere di stampo camorristico a seguito dell’arresto avvenuto nel 2012 in una villetta con piscina a Lago Patria ed era pronto a riprendere in mano le redini della cosca più potente dell’area nord di Napoli, quella dei Mallardo. A Napolitano veniva contestato di essere il mandante dell’uccisione – per motivi di epurazione interna – di Mario Di Lorenzo, omicidio avvenuto il 12 ottobre 1996, a Giugliano in Campania, per mano di Michele Olimpio e di Caracallo Filippo, quest’ultimo divenuto collaboratore di giustizia e principale fonte di prova a carico di Napolitano.
L’omicidio era aggravato sia dal metodo mafioso sia dall’aver agevolato il clan Mallardo.
Il procuratore generale aveva invocato la inammissibilità di tutti i ricorsi. La decisione della Cassazione ha quindi annullato le motivazioni poste alla base della sentenza emessa il 6 ottobre 2023 dalla Corte di assise di appello di Napoli, la quale aveva confermato la sentenza di condanna, sempre all’ergastolo in primo grado del 12 marzo 2021. Il Procuratore Generale aveva invocato la inammissibilità di tutti i ricorsi.

Patrizio Picardi, ras del clan Mallardo, è sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di Minturno, emesso in data 12 marzo 2024 dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione. Il 59enne è ritenuto pericoloso in quanto “soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica”. L’uomo dovrà ora ottemperare ad una serie di prescrizioni, tra le quali il divieto di frequentare altre persone gravate da precedenti penali, divieto di uscire nelle ore notturne, divieto di detenere armi, divieto di allontanamento dal centro cittadino dove domicilia, per la durata di 3 anni e 6 mesi.

Solo a gennaio scorso, Picardi è stato scarcerato dalla Corte d’appello di Napoli che ha accolto l’istanza presentata dai suoi legali che facevano emergere l’insufficienza della misura cautelare per decorrenza dei termini. Una decisione che arriva dopo la precedente decisione della Corte di Cassazione che aveva annullato con rinvio la precedente sentenza che condannava Picardi a 6 anni per estorsione. Il 59enne, prima della scarcerazione, era detenuto al regime del 41 bis nel carcere di Parma. Picardi è stato menzionato più volte da vari collaboratori di giustizia, secondo i quali era il referente dei Mallardo nel comune di Qualiano, a nord di Napoli, e braccio destro del boss Feliciano Mallardo. Picardi si unisce ad altri esponenti di spicco della camorra giuglianese, i quali hanno ottenuto la libertà dopo aver scontato la pena a loro inflitta o a seguito della decisoine dei giudici nei processi ancora in corso.

Negli ultimi mesi del 2023 sono usciti Antonio Guercia, 34enne giuglianese, alias o’spagnuolo, nipote di Ciccio Mallardo, il quale era stato condannato ad 8 anni e 6 mesi nell’ambito di due processi penali: a 4 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore che stava effettuando dei lavori edili a Qualiano; a 4 anni e 6 mesi perché, sottoposto agli arresti domiciliari per rapina, era stato sorpreso con un arsenale di armi in casa.

Si trovano fuori dal carcere anche altri 3 esponenti di grande spicco della mala giuglianese: Sessa Marino, Vincenzo Strino e Biagio Micillo.

Sessa Marino, 50enne giuglianese, era detenuto nel carcere di Lanciano in espiazione di un cumulo di pene di 7 anni e 4 mesi composto dalla pena di 6 anni di reclusione per associazione mafiosa ex art. 416 bis del codice penale e di 1 anno e 4 mesi per ricettazione.

E’ stato scarcerato Vincenzo Strino, 54enne di Giugliano, che era stato condannato per racket nell’orbita del clan Mallardo Strino era stato condannato alla pena di 2 anni ed 8 mesi di reclusione per estorsione aggravata dall’articolo 7 ed era stato dapprima detenuto presso le case circondariali di Secondigliano e Vicenza, per poi essere relegato agli arresti domiciliari in Giugliano in Campania.

E’ stato scarcerato per fine pena Biagio Micillo, alias Bias ‘o chiacchiarone, ras del clan Mallardo, egemone a Giugliano. Il criminale era detenuto presso il carcere de L’Aquila. Micillo ha scontato l’intera pena, inflittagli per estorsione ed associazione a delinquere. Era sottoposto al regime di carcere duro, il 41 bis, ma nonostante questo, il magistrato di sorveglianza del tribunale gli ha concesso la libertà vigilata, anzichè la casa-lavoro cui era destinato, per buona condotta. Per lo stesso motivo è anche stato scarcerato prima del previsto.

Micillo fu arrestato nel 2012 mentre si trovava in vacanza a Sperlonga in una lussuosa villetta, insieme alla famiglia. Il suo arresto nell’ambito di un’ampia retata che colpì altri 46 affiliati, o presunti tali, al clan Mallardo. Era accusato di essere il luogotenente della cosca criminale a Qualiano. Tesi che però non ha avuto conferma al processo che lo ha visto imputato.

“Alleanze con le altre cosche e affari con la politica, il clan Mallardo comanda sempre nonostante arresti e scissioni”

Un clan ancora forte e dominante, che non è stato scalfito nè dagli arresti nè dai tentativi di scissione. Un clan a due teste, che da una parte continua a coltivare le alleanze con le altre cosche e dall’altra ha rapporti con la politica locale. Questa la fotografia scattata dalla Dia del Clan Mallardo nell’ultima relazione pubblicata ieri.

I magistrati scrivono: “Il comprensorio di Giugliano fa rilevare la diffusa influenza dello storico clan Mallardo, componente di vertice nell’alveo dell’Alleanza di Secondigliano, con un ruolo di straordinaria centralità nelle dinamiche decisionali e strategiche del predetto cartello. Il clan, forte del prestigio acquisito nel tempo, continua a mantenere solidi legami familiari con i i Contini, i Licciardi, i Bosti nella città di Napoli, ottime relazioni con i Nuvoletta, Polverino, Orlandodi Marano di Napoli, con i clan Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca  nonché e tramite suoi referenti, anche a Qualiano, dove operano i gruppi satellite D’Alterio-Pianese e De Rosa, tra loro antagonisti. Peraltro, è in rapporti con il clan dei Casalesi in particolare con il clan Bidognetti, fino a realizzare un cartello con i Licciardi ed i Casalesi chiamato convenzionalmente “gruppo misto”.

L’OMBRA DI UN NUOVO PENTITO?

Negli ultimi mesi il clan di Giugliano è stato colpito da diverse inchieste, in particolare sul fenomeno estorsivo e sull’interesse al business del cemento. Secondo informazioni da noi raccolte, pare che i magistrati antimafia abbiano fatto leva nelle indagini su due nuovi “informatori” speciali che nel corso del tempo poi sarebbero diventati molto più che confidenti. Le loro propalazioni starebbero aiutando gli investigatori della DDA a dare una ulteriore spallata al clan Mallardo e potrebbero aprire nuovi scenari anche sui rapporti tra camorra e pubblica amministrazione.

“Comandano sempre loro a Giugliano”, la relazione della Dia sul clan Mallardo

Il clan Mallardo continua a comandare in lungo e in largo nel territorio giuglianese. A confermarlo è l’ultima relazione del secondo semestre del 2019 della Dia. L’Antimafia conferma la presenza egemonica dei Mallardo nella terza città della Campania.  “Rappresentano una delle famiglie camorristiche più influenti del panorama criminale campano. Un’organizzazione solida ed unitaria che detiene, da decenni, la supremazia degli affari illeciti nel territorio. Il forte potere economico e la capacità rigenerativa degli organici hanno garantito al clan la sopravvivenza nel territorio, nonostante la costante pressione giudiziaria. Il sodalizio, inoltre, si è mostrato capace, grazie ad una rete di professionisti compiacenti e di imprenditori, di gestire reti imprenditoriali non solo nell’ambito comunale ma anche in altre regioni, operando grossi investimenti per occultare l’ingente patrimonio accumulato”.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma
PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Tappa alla funivia del Faito durante la via Crucis: l’arcivescovo depone i fiori

Un gesto silenzioso ma carico di significato quello compiuto ieri sera dall’arcivescovo di Sorrento-Castellammare, Francesco Alfano, che ha deposto...

Nella stessa categoria

PUBBLICITÀ