L’inchiesta che ha portato stamattina all’arresto di 8 soggetti e sotto inchiesta altre 19 persone, accusate di appartenere al clan Moccia, nasce da un’indagine più ampia posta in essere dalla Compagnia dei carabinieri di Casoria sulla cosca egemone per anni in alcuni territori dell’area a Nord di Napoli. Estorsioni a imprenditori, commercianti, cittadini costretti a pagare il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’ per la restituzione dei veicolo rubato: queste le accuse principali mosse agli indagati. Per uno di loro, un imprenditore di pompe funebri, avviso di conclusione delle indagini perché aveva cercato di monopolizzare il settore con un attentato dinamitardo e con minacce a ditte concorrenti.
Sono stati i carabinieri della Compagnia di Casoria ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare in carcere. Le vittime, secondo le indagini, erano minacciate con modalità camorristiche e costrette a “finanziare” le casse del sodalizio con ingenti versamenti periodici. Violenze, quelle messe in atto, anche nel settore delle pompe funebri dove un imprenditore ha fatto esplodere una bomba per imporre la chiusura ad una ditta concorrente; minacce ad un altro titolare per non aprire una sede ad Afragola.
In carcere sono finiti Raffaele AVERSANO, Raffaele BENCIVENGA, Mauro BENCIVENGA,Giuseppe BEVILACQUA, Tommaso CASTALDO, Giustino DE ROSA, Davide FERRARA e Dario PISCITELLI.
Indagati a vario titolo: Aniello Barbato (di Afragola), Carlo Barbato (di Afragola), Mariano Barbato (di Afragola), Gennaro Bassolino (di Afragola), Giovanni Bassolino (di Afragola), Domenico Caiazzo (di Casavatore), Salvatore Caiazzo (di Casavatore), Amilcare Cervo (di Casoria), Antonio Cervo (di Casoria), Sabato Felli (di Casoria), Ciro Gallo (di Frattamaggiore), Giuseppe Gallo (di Cardito), Sandro Iannotta (di Sant’Agata de’ Goti), Federico Maldarelli (di Casoria), Carmine Pacilio (di Acerra), Roberto Sodano (di Casoria), Mario Sollo (di Casoria), Pasquale Varriale (di Casoria), Mauro Viziola (di Casoria).
La genesi delle indagini
Da sentenze emesse riguardanti il clan Moccia è evidente come la cosca si stata capace di suddividere territorialmente il proprio potere nei vari Comuni: Casoria, Afragola, Frattamaggiore, Caivano, Arzano, Frattamaggiore.
In particolare l’indagine riguarda i nuovi equilibri criminali a Casoria dopo la morte, per cause naturali, del ras Michele Angelino avvenuta nel luglio 2012 e il successivo arresto, dopo un periodo di latitanza, del padre Giuseppe Angelino detto Peppe o lupo.
“Ad approfittare del vuoto criminale, secondo i magistrati, è stato Salvatore Barbato detto Totore ‘o cane che insieme a Claudio Carbone e ai fratelli Mauro e Raffaele Bencivenga, titolari del mega garage 2000, organizzava il nuovo gruppo di riferimento per il controllo delle estorsioni e delle altre attività illecite consumate a Casoria”.
