Era la decisione più attesa e forse la meno scontata. Il tribunale del Riesame di Napoli ha respinto l’appello presentato dalla Procura di Napoli contro le scarcerazioni di 15 membri del clan Moccia per decorrenza dei termini. È stata dunque sposata la linea della difesa secondo cui la decorrenza dei termini di carcerazione preventiva è dovuta alla lentezza della macchina della giustizia.
Accusati di essere boss e ras del clan Moccia
Il mese scorso erano stati scarcerati Filippo Iazzetta, cognato dei Moccia, difeso dagli avvocati Antonietta Genovino e Claudio Davino, Massimo Malinconico (difeso sempre dagli avvocati Antonietta Genovino e Claudio Davino), Benito Zanfardino (difeso da Claudio Davino e Gateano Aufiero), Giovanni Piscopo (difeso da Giuseppe Scafuro e dall’avvocato Spatafora), Francesco Di Sarno (difeso da Saverio Campana). Tutti scarcerati per decorrenza dei termini così come gli altri imputati che li avevano preceduti qualche giorno prima.
Le istanze degli avvocati
I giudici infatti avevano accolto le istanze degli avvocati, in particolare dei penalisti Saverio Senese e Gennaro Lepre (per Antonio Moccia), Gennaro Moccia (di Angelo) difeso dai penalisti Annalisa Senese e Ernesta Siracusa, Luigi Moccia (difeso dai penalisti Saverio Senese e Gennaro Lepre), Angelo Moccia (difeso da Annalisa Senese e Claudio Botti), Pasquale Credentino (difeso dagli avvocati Nicola Quatrano e Salvatore Pettirossi); Francesco Favella, Antonio Nobile, Gennaro Rubiconti difesi dall’avvocato Dario Carmine Procentese (per Favella insieme all’avvocato Claudio Davino e per Rubiconti insieme all’avvocato Claudia Salzano).
La tesi della Procura
La Procura sosteneva, in virtù di un recente pronunciamento della Cassazione, che i termini decorressero dalla sentenza del dicembre 2022 con cui il tribunale di Napoli Nord aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale per la vicenda. I difensori dei Moccia hanno così evidenziato che il calcolo andava fatto a partire dalla data di emissione del decreto di giudizio immediato, che risaliva invece al 22 luglio 2022.
Preso atto che fosse ormai decorso il tetto dei tre anni per la custodia cautelare, i giudici della sezione feriale non hanno potuto far altro che disporre l’immediata scarcerazione di tutti gli imputati. Il processo che si sta celebrando davanti ai giudici della settima sezione prende origine dall’inchiesta che ad aprile 2022 aveva portato all’esecuzione di oltre cinquanta arresti tra i ras e gregari nelle diverse articolazioni del gruppo originario di Afragola. Le indagini di carabinieri e guardi di finanza avevano permesso di far luce sulla struttura del clan Moccia, organizzata su diversi livelli di comando e competenza territoriale.


