All’esterno del carcere di Poggioreale, l’avvocato Mario Mangazzo, legale di Alessio Tucci, ha rilasciato un’intervista ai giornalisti presenti, ricostruendo l’interrogatorio odierno e alcuni particolari inquietanti sull’omicidio di Martina Carbonaro, la giovanissima 14enne uccisa ad Afragola.
“Nell’interrogatorio di oggi Alessio Tucci ha reso delle dichiarazioni ampiamente confessorie e ha specificato alcune circostanze in merito alle modalità dell’aggressione subita da Martina, specificando che l’ha colpita quando lei era di spalle. Erano saliti nell’ex abitazione del custode per avere un confronto, in seguito al quale lei aveva rifiutato un abbraccio e lui, a quel punto, ha avuto uno scatto d’ira colpendola con una pietra” ha detto l’avvocato, ricostruendo la dinamica dell’efferato omicidio.
Il racconto del legale prosegue descrivendo lo stato d’animo del giovane e le condizioni in cui è detenuto. “Lui è molto provato, non riesce a dormire. Mi ha detto che ha grosse difficoltà a gestire la quotidianità. In questo momento si trova in una zona protetta ed è abbastanza controllato. Ho rappresentato al giudice che, a mio avviso, questa casa circondariale per come è situata a ridosso della città, anche per i familiari che lo verranno a trovare, non è un posto sicuro”.
Riguardo a un’eventuale perizia psichiatrica, l’avvocato ha precisato:
“Non so ancora se presenteremo una perizia psichiatrica, stiamo ancora riflettendo in merito. Ha detto che i colpi sono stati in tutto tre. Successivamente ha nascosto il corpo in questo armadio, con uno scatolone e poi si è allontanato. Il giorno successivo ha aiutato nelle ricerche, poi dopo il ritrovamento del corpo ha ammesso le responsabilità nell’interrogatorio”.
Tucci avrebbe anche lamentato difficoltà di convivenza con altri detenuti: “Mi ha raccontato che in carcere non ha trovato un clima favorevole, infatti è stato spostato di reparto. Ha agito in preda ad un raptus perché non accettava la fine del rapporto”.
La gravità dei reati contestati è altissima: “I capi di imputazione sono omicidio volontario pluriaggravato e l’occultamento del cadavere. È tornato a casa e si è lavato, lui aveva solo la maglia sporca ma l’aveva occultata anche ai genitori i quali erano all’oscuro di tutto. I jeans messi a lavare, essendo un gesto quotidiano, non hanno destato sospetti nei genitori i quali sono completamente estranei alla vicenda. Dopo il delitto è uscito con gli amici, ha specificato che inizialmente aveva terrore di dire questa cosa perché temeva la reazione della sua famiglia e di quella di reazione”.
Secondo l’avvocato, il ragazzo avrebbe manifestato segni di pentimento: “Lui ha mostrato pentimento e ha chiesto scusa, ha manifestato tutto il dolore e l’angoscia. Ripete sempre che in quel momento non era lui ed ha avuto un raptus. Lui ha detto che aveva paura di parlare ed è stato quindi coinvolto in questa ricerca e quel giorno non aveva detto nulla a nessuno”.
Infine, un passaggio su un elemento che potrebbe complicare la ricostruzione dei fatti: “Lui ha cancellato le chat perché era una sua abitudine farlo per non riempire troppo la memoria del cellulare”. Le indagini proseguono per accertare ogni dettaglio di questa tragedia che ha scosso profondamente la comunità di Afragola. Martina Carbonaro aveva solo 14 anni.