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giovedì, Marzo 28, 2024
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Colpo al clan Sibillo:«Ci hanno chiesto ‘un pensiero’», il racket gestito da una donna

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Estorsioni, angherie e un clima di intimidazione sceso come una cappa sui vicoli del centro storico. C’è questo è molto altro nell’ordinanza di custodia cautelare che ieri mattina i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito nei confronti di 21 persone indicate come appartenenti al clan Sibillo, asse portante della ormai tristemente famosa ‘paranza dei bambini’. Gli arrestati sono ritenuti gravemente indiziati dei delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con le aggravanti delle finalità mafiose. Tra i ‘registi’ di questa strategia di tensione criminale i cugini dei fratelli Pasquale ed Emanuele Sibillo, Giovanni Matteo e sua moglie Maria Sabatelli conosciuta ai Tribunali come ‘Miriana’. Sono loro i protagonisti di diverse richieste estorsive ai danni di attività commerciali della zona: tra queste la famosa pizzeria Vesi.

Il ruolo dei cugini dei fratelli Sibillo

E’ Pasqua 2019 quando una persona impiegata nella pizzeria viene avvicinata dalla Sabatelli che, senza troppe parole, gli dice di dover consegnare 500 euro per i carcerati del clan Sibillo. Circostanza confermata anche da sommarie informazioni raccolte dalle forze dell’ordine tra i lavoratori:«Ricordo che era aprile 2019, mi contattava (…..) per riferirmi che uno dei nostri dipendenti era stato avvicinato da qualcuno della criminalità organizzata del posto perché facesse da tramite per una richiesta estorsiva. Ricordo esattamente le parole di (….) che, usando dei sottintesi, mi diceva: “I nostri amici sono venuti a cercarci un pensiero, dobbiamo farli un regalo di pasqua. Facciamo 500 euro”. Immediatamente capivo che si trattava di una richiesta di matrice camorristica e, al fine di non esporre me e il mio personale a rappresaglie, autorizzavo immediatamente a pagare quanto richiesto dagli estorsori». La richiesta in realtà era stata avanzata dalla stessa Sabatelli come si evince da una conversazione intercettata dalla Sabatelli con la suocera, Nunzia Ingenito: in quest’ultima si capisce che l’estorsione gli era stata commissionata dal carcere dal marito, Giovanni Matteo, cugino dei fratelli Sibillo.

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L’imbasciata dal ‘carcere’

A parlare è la Sabatelli che, senza giri di parole, dice all’altra donna:«Nunziatina, questa è una cosa che mi ha detto di fare tuo figlio perchè altrimenti chi andava. Gliel’ho detto a Gianni, gliel’ho detto e lui ha detto vai da (….)». La consegna del denaro sarà immortalata dai carabinieri grazie ad una videocamera piazzata nel cortile dove si trova l’abitazione dell’indagata. Un quadro a tinte fosche, di malaffare e prepotenza.

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