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Confiscati i beni di Carandente Tartaglia, terreni situati a Giugliano e quote di società nelle mani dello Stato

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Nuova stangata in arrivo per il noto imprenditore Franco Carandente Tartaglia. La Corte di Appello di Napoli presieduta da Loredana Di Girolamo, a latere Paola Cervo e Saverio Vertuccio, ha confiscato terreni siti a Giugliano in Campania, appartamenti nonchè le quote societarie di EdilCar di Franco Carandente Tartaglia srl, dell’azienda, dei beni strumentali, nonchè del denaro ricavato dalla loro alienazione a qualsiasi titolo.

L’imprenditore del settore dei rifiuti e dell’edilizia che operava tra le provincie di Caserta e Napoli era a capo di un gruppo imprenditoriale più ampio. Aveva assunto una posizione dominante nel settore grazie al rapporto privilegiato intessuto con i fratelli Michele e Pasquale Zagaria, boss del clan dei Casalesi come documentato dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Indagini che hanno portato alla condanna dell’imprenditore, nel 2021, in primo grado, ad opera del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La pena fu di 7 anni di reclusione, per concorso esterno in associazione mafiosa. L’attività investigativa della Dia ha consentito di ricostruire una parte significativa delle vicende attinenti all’emergenza rifiuti in Campania.

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Colpo milionario contro Carandente Tartaglia, il ‘re dei rifiuti’ legato ai boss della camorra

Oltre a fare chiarezza sull’intervento di imprese mafiose nel settore del trasporto, della costruzione di discariche. Ma anche della predisposizione delle piazzole per la stiva delle ecoballe, e per la gestione dei rifiuti nei Cdr. Il gruppo facente riferimento all’imprenditore avrebbe ai clan camorristici un’immagine di apparente legalità dell’imprenditoria del settore dei rifiuti e dell’edilizia. Ottenendo una crescita esponenziale dei fatturati e dei mezzi. Crescita tale da giustificare l’ingresso nei grandi appalti pubblici, ponendosi come stabile intermediario tra l’organizzazione camorristica e soggetti pubblici.

In particolare Carandente Tartaglia, originariamente legato a esponenti apicali dei clan Nuvoletta, Mallardo e successivamente anche al clan Polverino – partecipava alla fazione capeggiata da Michele e Pasquale Zagaria a cui prestava un rilevante contributo organizzativo in qualità di imprenditore operante nello strategico settore della gestione del ciclo legale e illegale dei rifiuti, controllato dal clan dei casalesi e dalla famiglia Zagaria, consentendo, tra l’altro, a tali esponenti del clan di partecipare alle attività imprenditoriali del settore attraverso la copertura rappresentata dalle sue aziende. Inoltre proponeva e acquisiva commesse e appalti, manifestandosi come imprenditore camorrista capace – anche attraverso i necessari contatti istituzionali – di affrontare e risolvere i costanti momenti di emergenza succedutisi nel tempo in regione Campania e avvalendosi della forza egemonica della famiglia Zagaria nel controllo degli affari illeciti ed economici sul territorio, organizzando tra l’altro le attività finalizzate all’ acquisizione dell’ appalto e alla gestione della discarica di Chiaiano. Manteneva, infine, rapporti di cointeressenza con altre organizzazioni criminali.

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