Un contrabbandiere sarebbe stato costretto a pagare la tangente sulla vendita delle sigarette a due clan differenti di Ponticelli: i De Luca Bossa del Lotto 0 e il clan De Martino del rione Fiat.
Questo dettaglio è emerso nell’ultima indagine che ha colpito gli esponenti criminali di Napoli Est. Le due organizzazioni, all’epoca non in lotta per il controllo del quartiere, avrebbero imposto ai criminali del Caravita il pagamento di una “quota” sui loro guadagni, quasi che fossero dei normali commercianti o imprenditori.
La prima estorsione al contrabbandiere
La prima estorsione sarebbe avvenuta nel settembre 2020 dopo l’interruzione causata dalla pandemia Covid-19. La richiesta della tangente sarebbe da attribuire ad un “ragazzo con il tatuaggio al collo”, che prima si sarebbe presentato da solo e poi insieme ad un’altra persona.
L’importo della somma inizialmente sarebbe stato di 100 euro alla settimana, poi ridotta a 50 euro. Il “ragazzo con il tatuaggio al collo” è stato riconosciuto in Ciro Uccella che è indagato insieme al pentito Rosario Rolletta, ex ras dei De Micco e dei De Martino.
“Devi pagare a noi”
La seconda condotta risalirebbe all’inizio di novembre 2002 quando il contrabbandiere sarebbe stato avvicinato da 4 persone a bordo di una Fiat Punto. Un emissario si sarebbe presentato come Luchetto, identificato dagli inquirenti come Luca La Penna, e mostrandosi armato gli avrebbe detto: “A Ponticelli comandiamo noi di Bartolo Longo, se vengono quelli del rione Fiat (aggiunse gli XX), gli devi dire che comandiamo noi ed a noi devi pagare”.
Subito dopo il contrabbandiere sarebbe andato nel Lotto 0 per avere chiarimenti e lì avrebbe parlato con Mimmo, indentificato nell’indagato Domenico Gianniello, presunto rappresentante del clan De Luca Bossa. Dunque il ras avrebbe spiegato alla vittima che Luchetto apparteneva al suo gruppo: “Se paghi a loro devi pagare anche a noi. Veniamo noi”.
Le parole del pentito Rolletta sul contrabbandiere
Il collaboratore di giustizia Rolletta ha parlato del venditore minacciato: “E’ un contrabbandiere di sigarette che ha una bancarella sotto al ponte di Cercola, dove è ubicata la pizzeria R. In realtà si tratta di un luogo a confine tra Ponticelli e Cercola. Questa persona ha sempre pagato l’estorsione per esercitare quest’attività. In un primo tempo, versava 100 euro a settimana al gruppo De Martino così come gli altri contrabbandieri sui quali ho già riferito. Ciò avveniva nell’anno 2019 quando io ero detenuto agli arresti domiciliari Successivamente, R. ha iniziato a pagare settimanalmente 50 euro ai De Martino e 50 euro ai De Luca Bossa. A ritirare queste estorsioni, per il gruppo De Martino, erano principalmente P.F e G. F. Anche io, in qualche occasione, li ho accompagnati“.
Minacciati come i commercianti, i criminali pagavano la ‘quota’ ai clan di Ponticelli