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venerdì, Marzo 29, 2024
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Coronavirus. Caos riapertura scuole. L’allarme: “Il protocollo creerà confusione”

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Per il rientro nelle scuole sarà necessario un certificato, da parte del pediatra o medico di base, da rilasciare solo dopo un doppio tampone negativo, effettuato a distanza di 24 ore. È questo il principale contenuto della nuova circolare del Ministero della Salute, firmata dal direttore generale di Prevenzione, Giovanni Rezza. Riguarderà sia i casi accertati, sia quelli sospetti di infezione da coronavirus.

Le indicazioni riguardano quattro principali scenari. I primi due fanno riferimento ad un alunno con temperatura corporea superiore a 37,5°C o con sintomi compatibili con il Covid-19, gli altri invece riguardano gli operatori scolastici. Per alunni e personale scolastico è prevista una corsia preferenziale per i tamponi: in caso di sintomi sospetti, il medico curante deve richiedere il tampone e comunicarlo al Dipartimento di Prevenzione, che provvederà all’esecuzione del test. Se il caso viene confermato, il Dipartimento si attiverà per approfondire l’indagine epidemiologica e far scattare la sanificazione degli ambienti scolastici.

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Per il rientro sono confermate le indicazioni già in vigore: due tamponi a distanza di 24 ore e attestazione medica di avvenuta guarigione. C’è poi anche lo scenario di un alunno o operatore scolastico conviventi con un caso positivo: sarà il Dipartimento di Prevenzione a decidere sulla quarantena. Come contatti stretti saranno considerati tutti gli alunni di una stessa classe che però, a meno di eventuali valutazioni successive, non necessiteranno di quarantena.

Coronavirus e scuole, l’allarme dei medici

La nuova circolare mira a risolvere i problemi sorti subito dopo la riapertura delle scuole, anche se la situazione al momento non è semplice. “C’è il caos: i medici si irrigidiscono contestando quelli che per noi sono casi sospetti. Purtroppo, dobbiamo contare anche dei rifiuti nel rilasciare attestati di salute. Abbiamo avuto a che fare anche con Asl fantasma con le quali si comunica solo via mail”, spiega Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Associazione presidi di Roma. Anche Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri, lancia l’allarme: «Il sistema non è in grado di reggere un’ondata di tamponi generalizzati. Stiamo facendo la nostra parte ma non si possono attendere quattro-cinque giorni o più quando, se si va in pronto soccorso, la risposta arriva in quattro ore. Dobbiamo ridurre questa disparità».

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