giovedì, Luglio 17, 2025
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Il clan dei Casalesi è in crisi, il figlio di Schiavone a caccia di soldi

Ieri militari dell’arma hanno notificato i provvedimenti tra Latina e Caserta e l’indagine riguarda due vasti appezzamenti di terreno del valore di 500mila euro che il boss Francesco Schiavone aveva intestato a un prestanome per evitare che gli venissero sottratti dall’ autorità giudiziaria. Alla morte del prestanome i terreni sono stati ereditati dai suoi figli, che decisero di affittarli a una terza persona.

Proprio a questa persona i due, con metodi camorristici, avrebbero imposto di rescindere il contratto di affitto e non avvalersi del diritto di prelazione, per consentirne la vendita a persone che loro avevano già individuato. Tutto per consentire a Ivanoe Schiavone di recuperare denaro di cui aveva bisogno. I terreni di 13 ettari – il cui valore è stimato in 500mila euro – si trovano nei pressi dell’aeroporto di Grazzanise: sono stati sottoposti a sequestro preventivo.

La crisi del clan dei Casalesi

Dunque emerge un clan in difficoltà l’indagine dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta che ha portato in carcere Ivanhoe Schiavone, 27 anni, e del suo complice, Pasquale Corvino, 54 anni. Dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli emerge che Schiavone è bisognoso di monetizzare i tanti beni gestiti da prestanome: le operazioni di compravendita generano tensione e ansia tra gli stessi esponenti, sebbene stretti congiunti, e confermano – come ipotizzato – l’estensione della rete delle cosiddette “teste di legno” che per decenni ha consentito ai boss di accumulare enormi ricchezze.

Le accuse contro il figlio di Schiavone

Ivanhoe Schiavone è stato accusato dall’affittuario di uno dei due terreni di Grazzanise. Si tratta di un agricoltore che nel 2019 parlò con la Squadra Mobile della Questura di Caserta a cui raccontò che Ivanhoe Schiavone aveva contattato suo figlio su Instagram, prima di recarsi a dirgli che doveva lasciare il terreno senza avanzare alcuna proposta di acquisto, perché il fondo era già stato venduto ad un terza persona.

Lo stesso agricoltore riferirà poi anche ai carabinieri di aver consegnato una busta con dei soldi a Ivanhoe, sempre per la vicenda riguardante quei due terreni. Fondi che, è stato poi scoperto, di fatto erano di proprietà di Sandokan.  Lo stesso capoclan, in più colloqui captati in carcere mentre parla con moglie e sorelle, fa riferimento ai terreni di Grazzanise, dimostrandosi molto interessato alla vendita per ricavare soldi necessari per i processi e per il sostentamento dei detenuti. Terreni sulla cui proprietà e vendita emergono anche dissidi tra il boss, la moglie e i fratelli. Negli stessi colloqui infine si parla anche di tanti altri terreni intestati a prestanome.

Gli affari del clan dei Casalesi sui terreni, sequestro da 500mila euro