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Dagli omicidi della faida alla piazza alle Case Celesti, così il boss Marino ha creato l’impero economico

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Dagli omicidi della faida di Scampia alla piazza alle Case Celesti, così Gennaro Marino ha creato l’impero economico. È stata giudiziariamente accertata, anche grazie all’apporto di vari pentiti, l’affiliazione del boss, detto ‘o McKay, prima al clan Di Lauro e, in seguito, al gruppo degli Scissionisti. Alla fine del 2024 la Prima Faida di Scampia, interna al clan di Paolo Di Lauro, travolse i quartieri di Secondigliano e Scampia e nei comuni di Melito, Mugnano, Arzano e Casavatore.

In particolare, il boss ha gestito le piazze di cocaina nella zona delle Case Celesti di Secondigliano sotto il controllo dei Di Lauro, ai quali ha fornito quattro omicidi consumati nel 2004. Dopo la Scissione ‘o McKay ha avuto un ruolo di vertice nel gruppo degli Scissionisti del clan Amato-Pagano, poi ha poi gestito le attività criminali nonostante la detenzione.

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I prestanome del clan Marino

Sono state svolte indagini patrimoniali che hanno permesso di individuare 5 prestanome di 3 distinti gruppi familiari, risultati privi di adeguate capacità reddituale, a cui Marino ha intestato fittiziamente numerosi beni mobili e immobili, tra cui, in particolare, 18 unità immobiliari situate tra Napoli, Melito, Vitulazio e Corigliano Calabro e i compendi aziendali di 2 imprese con sedi a Napoli ed Arzano, esercenti le attività di distribuzione di carburanti e compravendita immobiliare.

In applicazione delle disposizioni del “Codice Antimafia”, i predetti beni sono stati sottoposti a sequestro in data odierna ed affidati alla gestione di un amministratore giudiziario dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione.

Un patrimonio da 19 milioni di euro

Esecuzione ad un provvedimento di sequestro emesso dalla Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia, avente ad oggetto un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore di circa 19 milioni di euro.

Il provvedimento scaturisce da accertamenti economico-patrimoniali eseguiti nei confronti del pluripregiudicato arrestato dal 2004 (con fine previsto nel 2077), a seguito di condanne definitive per i reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, tentato omicidio, sequestro di persona, distruzione di cadavere, detenzione e porto illegale di armi da fuoco.

Marino era già stato ritenuto portatore di pericolosità qualificata e, perciò, destinatario
della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza (misura rimasta ineseguita in ragione dello stato di detenzione).

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.