Riflettori puntati su Salvatore Bagni, campione d’Italia con il Napoli di Diego Armando Maradona e oggi a capo di un’agenzia insieme al figlio Gianluca. Un’inchiesta della trasmissione televisiva “Le Iene” ha posto l’attenzione sul fatto che alcuni scout chiederebbero pagamenti in nero per garantire ai giovani di giocare in squadre professionistiche. L’ex centrocampista è stato intercettato dall’inviato Luca Sgarbi, che si è finto il fratello di un giovane col sogno di sfondare nel mondo del calcio.
I pagamenti richiesti da Salvatore Bagni nel servizio delle Iene
Il servizio del Le Iene ha inizio con l’inviato che sottopone a Bagni il presunto talento del fratello, ma l’attenzione si sposta rapidamente su tutt’altro: soldi, conoscenze, favori e promesse di un posto da titolare. “Ti spiego: io e mio figlio abbiamo questa agenzia. I giocatori che noi andiamo a cercare li paghiamo. Tutti quelli che invece non cerchiamo noi, al contrario, ci devono pagare perché ovviamente non ci fanno guadagnare niente”, ha dichiarato l’ex centrocampista inizialmente. “Noi andiamo sempre sul cash, a meno di 30mila euro non facciamo niente” ha raccontato poi entrando più nel dettaglio per quanto riguarda le cifre. “Se proprio si è impossibilitati a pagare cash, si può fare una sponsorizzazione così da poter fare ‘regali legali’”, ha aggiunto l’ex centrocampista.
Per Bagni, il valore del fratello dell’inviato sembra solo una questione di soldi. Nessuna richiesta di vedere un video, una partita, una sintesi. Il giudizio tecnico sembra affidato a chi propone il giocatore. In questo meccanismo, il merito e le capacità sembrano essere l’ultimo degli elementi in gioco.
Il potere di inserire giocatori in club professionistici
Durante il servizio Bagni ha poi raccontato di non avere alcuna difficoltà ad inserire giocatori in club professionistici. “Tutti mi devono qualcosa, tutte le società, per questo li piazzo da tutte le parti”. Sulle possibilità che il ragazzo in questione giochi titolare si è invece espresso dicendo: “Alla Vis Pesaro per esempio c’è un direttore mio amico, lì sicuramente ti fa anche giocare. Devi andare a trovarlo lì, glielo dico, ci metto un minuto. Quando il direttore dice all’allenatore “questo deve giocare titolare“, quello gioca titolare, punto”.