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Decisa la data del Conclave, la riunione per l’elezione del nuovo Papa inizierà il 7 maggio

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Comincerà il 7 maggio il conclave per eleggere il successore di Papa Francesco. L’ha confermato il direttore della Sala Stampa vaticana.

Decisa la data del Conclave, la riunione per l’elezione del nuovo Papa inizierà il 7 maggio

La decisione è stata presa dalle congregazioni generali dei cardinali al termine della riunione convocata oggi, 28 aprile. Sarà il cardinale Pietro Parolin a presiedere il conclave, in quanto cardinale più anziano. Sia il Decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re sia il vice Decano Leonardo Sandri hanno infatti più di ottant’anni e non entreranno nella Sistina. Il cardinale Re presiederà la Missa pro eligendo Romano Pontifice. Ma come Decano del Concave, toccherà al cardinale Parolin chiedere al cardinale appena eletto se accetta l’elezione e come vorrà chiamarsi. A meno che, naturalmente, i cardinali eleggano lui, il favorito della vigilia.

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Domenica si concluderanno i novendiali, le messe in suffragio di Papa Francesco. Il conclave sarebbe potuto cominciare lunedì o martedì. L’assemblea dei cardinali ha preso in paio di giorni in più «anzitutto per motivi logistici», come spiegato da un cardinale: gli elettori non sono mai stati così tanti – 135 sulla carta, al momento con due rinunce annunciate per motivi di salute -, bisogna avere quindi il tempo di sistemare tutti nella Casa Santa Marta, l’albergo vaticano nel quale alloggeranno isolati durante il conclave, lo stesso nel quale Bergoglio decise di restare nel 2013 dopo essere stato eletto nella Sistina. Ci sarà cosi anche più tempo per le discussioni «ma non è quella la ragione fondamentale, se ci fossero tanti interventi si possono sempre allungare le riunioni del pomeriggio».

“Extra omnes”, la frase con cui si annuncia l’inizio del Conclave

«Extra omnes», «Fuori tutti», è la frase con cui si sigilla l’inizio del Conclave. A scegliere il Papa sono i cardinali elettori, che devono avere meno di 80 anni. Durante il periodo di voto, dal 2005 sono alloggiati presso Santa Marta e hanno il divieto di usare qualsiasi dispositivo o di mettersi in contatto con l’esterno. Le regole delle votazioni seguono le norme promulgate da papa Giovanni Paolo II nel 1996 con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, poi modificate da Benedetto XVI il 26 giugno 2007.

Secondo le nuove disposizioni, dopo la 33esima o 34esima votazione si passa al ballottaggio tra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio, ma rimane necessaria una maggioranza dei due terzi.

Ogni giorno, per eleggere il successore di Bergoglio, ci saranno due fumate: una alla fine della mattina (intorno alle ore 12) e l’altra alle 19. Alla fine di ogni votazione, le schede vengono bruciate con l’aggiunta di un colorante: nero in caso di mancate elezioni, bianco qualora sia stato scelto il nuovo Santo Padre. Il fumo, che si alza dal comignolo del Palazzo apostolico, dà anche ai fedeli riuniti in piazza San Pietro la notizia della mancata o avvenuta elezione.

A elezione avvenuta, se il prescelto accetta la nomina dal comignolo uscirà la fumata bianca e nello stesso momento le sei campane di San Pietro suoneranno a festa. I rintocchi a festa hanno sempre scandito l’arrivo del nuovo Papa. Nella sagrestia della Sistina viene preparata una stanza con gli abiti per il nuovo Pontefice. Una volta eletto, il Papa raggiunge, da una piccola porta sulla parete absidale della Sistina, la “stanza delle lacrime”, chiamata così perché è il luogo dove il prescelto sfoga l’emozione fino a quel momento trattenuta.

La procedura di voto

  • L’ultimo cardinale diacono sorteggia tre Scrutatori, tre Revisori e tre Infirmatari (per raccogliere le schede nell’eventualità di elettori costretti a restare nella propria stanza)
  • I Cerimonieri consegnano almeno due o tre schede bianche a ogni elettore, poi abbandonano la Sistina
  • Ogni cardinale compila in segreto la scheda, scrivendo il nome di chi elegge
  • Piega a metà la scheda e tenendola sollevata e ben visibile si reca all’altare
  • Il cardinale giura «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto». Depone la scheda su un piatto e la fa scivolare dentro un calice, usato come urna
  • A fine votazione il primo scrutatore agita più volte l’urna per mescolare le schede e il terzo scrutatore trasferisce le schede, a una a una, dentro un altro calice.
  • Gli scrutatori si siedono a un tavolo posto davanti all’altare. Il primo scrutatore apre una scheda alla volta e legge il nome; il secondo ripete la procedura. Il terzo scrutatore annota il nome e lo legge a voce alta, poi fora le schede con un ago in corrispondenza della parola «Eligo» e le lega tutte insieme con un filo
  • I tre Revisori ricontrollano schede, annotazioni e somme. Il Camerlengo raccoglie gli appunti e redige un verbale con il risultato. Tutte le carte vengono bruciate nella stufa, con un additivo chimico per cambiare il colore della «fumata».

Quanto dura il Conclave?

Non è possibile sapere quanto impiegheranno i 135 cardinali elettori a scegliere il nuovo Papa, ma si può fare una stima guardando a quelli che si sono tenuti negli ultimi anni. Dal 1900 a oggi, infatti, i Conclavi tendono a durare, in media, tre giorni, con l’elezione più lunga che è durata cinque giorni. Quell’anno, il 1922, venne eletto – dopo 14 scrutini – Papa Pio XI. Al contrario, quello di Papa Francesco fu uno dei più veloci, con solo 5 votazioni e poco più di 24 ore di raccoglimento.

Il primo giorno può svolgersi al massimo una votazione, nel pomeriggio. Nei giorni successivi, invece, possono essere effettuate fino a quattro votazioni al giorno: due al mattino e due al pomeriggio. Dopo tre giorni di scrutini senza successo, i cardinali devono prendersi un giorno di pausa dedicata alla preghiera e ai colloqui. Dopodiché si riprendono gli scrutini. Come detto, dopo la 33esima o 34esima votazione si passa al ballottaggio tra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.