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giovedì, Marzo 28, 2024
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Di Maio mette a rischio il Governo M5S-Pd, nei paletti c’è anche il reddito di cittadinanza

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Al via la seconda giornata di colloqui per Giuseppe Conte, premier incaricato dal presidente Mattarella. Ieri Conte ha parlato a lungo con i presidenti di Senato e Camera e iniziato a tambur battente a Montecitorio le consultazioni per il Conte bis (o Conte 2, come preferisce lo si chiami il Pd). Questa mattina è la volta dell’incontro con la delegazione della Lega, a Montecitorio. A colloquio nella sala dei Busti non c’é il segretario Matteo Salvini ma i sottosegretari uscenti Lucia Borgonzoni e Claudio Durigon. Conte ha incontrato anche la delegazione di Fratelli d’Italia composta dai due capigruppo, Luca Ciriani e Tommaso Foti. Ma oggi sarà anche la giornata dei due partiti che compongono la nuova coalizione di governo, M5S e Pd.

Di Maio, nostri punti in programma o meglio voto. «Oggi il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte potrebbe dar vita a un Conte bis. Uso il condizionale perché in qualità di capo politico del M5S sono stato e siamo stati molto chiari: o siamo d’accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti. Non è questo l’approccio del Movimento, non è nei nostri valori guardare a un governo solo per vivacchiare». Lo mette in chiaro il leader 5 Stelle Luigi Di Maio, dopo le consultazioni con il premier Conte. «Abbiamo riassunto i nostri principali obiettivi in un documento consegnato al presidente del Consiglio: alcuni di questi li consideriamo imprescindibili, o entrano nel programma di governo o non si parte», avverte Di Maio.

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i 20 punti a Conte. Il vicepremier e leader del M5s Luigi Di Maio al termine delle consultazioni a Montecitorio ha consegnato al premier incaricato Giuseppe Conte un documento contenente i venti punti programmatici del Movimento cinque stelle per la formazione del nuovo governo. Documento che raccoglie le proposte e le battaglie portate avanti in questi mesi dal Movimento.

Modifiche ai decreti Sicurezza. «Riteniamo non abbia alcun senso parlare di modifiche ai decreti Sicurezza, vanno assolutamente tenute in considerazione le autorevoli osservazioni del Capo dello Stato ma senza volerne rivedere la ratio nè le linee di principio. Se entreranno i nostri punti nel programma di governo si potrà partire altrimenti meglio il voto».

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