Da ieri sera e per tutta la notte con i vigili del fuoco ha cercato la madre e il fratello, ma nulla. Raffaele Guadagnino è disperato, perché ieri era nel terreno a raccogliere le noci, a poca distanza in un appezzamento vicino c’era il fratello Giuseppe e la madre Agnese, attualmente dispersi.
“Quando ha iniziato a piovere – racconta – è stato tremendo, venivano giù enormi chicchi di grandine, e tantissima pioggia. Io sono salito sul mio Apecar, e sono sceso, mio fratello e mia madre sono partiti con il loro mezzo dopo di me, ma non ce l’hanno fatta. Rischio di restare solo”, dice Raffaele, ricordando alla circostanza che un altro fratello – sono tre in totale – è morto tantissimi anni fa colpito da una scarica elettrica mentre faceva il muratore. “Li ho cercati tutta la notte, anche con i droni dei vigili del fuoco, ma purtroppo non li abbiamo trovati”.
Parlano i conoscenti
E’ affacciato da un muretto, Alessandro, guarda i vigili del fuoco al lavoro in un canalone e piange. Conosce bene Giuseppe Guadagnino, 42 anni, da ieri disperso con la madre 74enne, Agnese Minieri, nel Casertano. Madre e figlio sono stati travolti da un fiume di fango innescato dalle piogge torrenziali che si sono abbattute nella zona. Giuseppe lavorava per lui come asfaltista. “Stamattina lo aspettavo perché dovevamo fare un lavoro, – dice affranto – avevamo appuntamento alle 6.30. Un ragazzo serio, molto attaccato alla madre; anche ieri se l’era portata nel terreno a raccogliere le nocciole. Erano arrivati a cento metri dalla casa in cui abitano quando sono stati travolti“.
Intanto, nel canalone sottostante, che si trova nella frazione Talanico del comune casertano di San Felice a Cancello, proseguono le ricerche dei due dispersi. Lì il fiume di fango e detriti si è parzialmente fermato a causa delle presenza di un ponte. E’ proprio in prossimità di quel punto che è stata ritrovata l’Apecar – completamente distrutta – a bordo della quale madre e figlio viaggiavano. Il motore del mezzo è stato ritrovato più a monte ma dei due stretti congiunti nessuna traccia. Nel canalone, oltre a tanto fango, sono confluiti parecchi massi anche grossi, che stanno complicando non poco le operazioni.
Frana a San Felice a Cancello: “Una cosa mai vista”
“Una cosa mai vista in 75 anni di vita” dice Pasquale fuori ad bar lungo via Talanico. La strada di San Felice a Cancello ieri sera si è trasformata nel letto di un fiume in piena, fatto di fango e detriti in picchiata dalla collina, che si sono portati via auto, motorini e due persone che erano in un’Apecar, non ancora ritrovate. E le sue parole sono confermate dagli altri avventori. Il bar ha aperto in brevissimo tempo, così come un altro bar poco più giù, dove il titolare racconta “di aver rimosso il fango tutta la notte“.
“Non abbiamo avuto neanche il tempo di chiudere le porte – dice il barista – quando è arrivato il fiume di fango e detriti; un’auto trascinata giù si è messa di traverso e l’acqua ha invaso il locale. È stato terribile ma ci siamo messi subito a lavoro per ripartire“. Il livello delle acque impazzite è ben visibile con la sua striscia sui muri esterni delle abitazioni, giunto fino oltre un metro di altezza.