Donald Trump è il 47esimo Presidente degli Stati Uniti. Un’elezione storica dal momento che mai nessuno si era insediato (di nuovo) alla Casa Bianca alla veneranda età di 78 anni. Qualora a trionfare fosse stata Kamala Harris, sarebbe stata invece la prima donna a diventare Presidente, la seconda persona di colore dopo Barack Obama nel 2008.
Per la seconda volta nella storia statunitense un ex Presidente è stato eletto a un secondo mandato non consecutivo al primo: era successo soltanto nell’Ottocento con Grover Cleveland. E ancora: per la seconda volta su due nella storia statunitense una candidata donna è stata sconfitta, entrambe le volte da Trump. La prima fu nel 2016 Hillary Clinton.
Donald Trump è riuscito a tornare alla Casa Bianca (dove si insedierà soltanto a gennaio, fino a quel momento il Presidente è ancora Biden) sfidando ogni regola del politicamente corretto, sopravvivendo a due impeachment, vari processi, due condanne penali e vari scandali. Dopo l’assalto al Capitol sembrava un leader politico finito, abbandonato anche dal suo partito, che invece è riuscito a riconquistare.
Donald Trump ha raggiunto i 270 grandi elettori, l’incredibile vittoria negli “Stati in bilico”
Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali degli Stati Uniti grazie ad alcune importanti vittorie negli Stati in bilico, dove sembrava ci fossero maggiori opportunità per Kamala Harris.
Fondamentale per Trump è stato il trionfo nello Stato in bilico “più importante”, quello che assegna ben 19 Grandi Elettori, la Pennsylvania. Per diventare Presidente negli Stati Uniti bisogna infatti raggiungere quota 270 Grandi Elettori, ovvero uno in più della metà (in tutto sono 538). Un sistema per cui anche chi ha meno voti o chi, paradossalmente, vince in meno Stati, può insediarsi alla Casa Bianca battendo l’altro candidato negli Stati che assegnano più Grandi Elettori.
Gli “Stati chiave”, ovvero quelli nei quali non si fosse certi della vittoria dei Democratici o dei Repubblicani, erano sette: Arizona, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin e Georgia. Trump, con la vittoria in tutti questi Stati, ha raggiunto i 270 Grandi Elettori necessari per l’insediamento alla White House.
In Georgia ha vinto per meno di tre punti, come in North Carolina e in Pennsylvania. In Michigan e in Wisconsin il distacco è addirittura più ampio. La notte non ha avuto storia. Harris è andata male anche dove doveva andare bene, e magari ha vinto comunque ma con margini risicati, tanto che Trump ha vinto anche nel voto popolare. Negli ultimi quarant’anni soltanto un’altra volta i Repubblicani avevano avuto il candidato più votato alle elezioni: George W. Bush nel 2004.
Ma come funziona il sistema elettorale americano?
Il sistema elettorale degli Stati Uniti si basa su un meccanismo indiretto: i cittadini americani votano per eleggere i cosiddetti Grandi Elettori, che fanno parte del Collegio Elettorale. Un organo composto da 538 membri che corrispondono alla somma dei rappresentanti al Congresso (435 deputati e 100 senatori) più 3 delegati del Distretto di Columbia. Per vincere, un candidato deve ottenere almeno 270 voti elettorali, la maggioranza assoluta.
La distribuzione dei voti elettorali varia da Stato a Stato ed è proporzionale alla popolazione. La regola prevalente è “the winner takes it all”, per cui il candidato che ottiene la maggioranza dei voti popolari in uno Stato conquista tutti i voti elettorali di quello Stato. Uniche eccezioni Nebraska e Maine che invece applicano un sistema misto, dividendo i voti elettorali in modo proporzionale. In determinate situazioni, dunque, un candidato può vincere la presidenza senza ottenere la maggioranza dei voti popolari a livello nazionale, come accaduto nel 2016 tra Donald Trump e Hillary Clinton.
Le prime dichiarazioni di Donald Trump
“Sono il 47esimo presidente degli Usa. L’America non ha mai visto nulla di simile. Abbiamo superato ostacoli che nessuno pensava potessimo superare. Siamo il più grande movimento politico di sempre. Voglio ringraziare gli americani per l’onore che mi hanno dato. Tutti i giorni combatterò per voi, con ogni respiro. Questa sarà l’età dell’oro dell’America. Gli americani ci permetteranno di fare di nuovo grande l’America. Abbiamo vinto North Carolina, Georgia, Pennsylvania, Wisconsin, stiamo vincendo in Nevada, Arizona… avremo oltre 300 grandi elettori. Abbiamo vinto anche il voto popolare, il che è fantastico” così Donald Trump dal palco di Palm Beach.
Trump non nomina la rivale Kamala Harris e nemmeno il presidente in carica Biden. Ringrazia per il voto popolare arrivato insieme ai grandi Elettori. “Siamo il partito del buonsenso, non vogliamo guerre, in 4 anni non abbiamo avuto guerre. Questa è un enorme vittoria per la democrazia”.
L’elogio di Trump al futuro vicepresidente: “Vance affascinante”
“Voglio essere il primo a fare le congratulazioni al nostro vicepresidente eletto James David Vance. Un uomo notevole con una donna meravigliosa. Un ragazzo affascinante che ha fatto una grande campagna elettorale”. Così Donald Trump riferendosi a JD Vance, nuovo Vicepresidente degli Stati Uniti.
Il ringraziamento a Elon Musk: “È un super genio”
“Abbiamo una nuova stella, una stella è nata: Elon. È un uomo straordinario, siamo stati insieme questa notte, ha passato due settimane a Philadelphia, in diverse parti della Pennsylvania, facendo campagna per me”. Le parole con cui il neo Presidente ha ringraziato Elon Musk per l’enorme sostegno offerto, definendolo “un super genio, dobbiamo proteggere i nostri super geni”.
Le congratulazioni di Giorgia Meloni
“A nome mio e del governo italiano, le più sincere congratulazioni al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Italia e Stati Uniti sono Nazioni ‘sorelle’, legate da un’alleanza incrollabile, valori comuni e una storica amicizia. È un legame strategico, che sono certa ora rafforzeremo ancora di più. Buon lavoro presidente”, scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Netanyahu a Trump: “Il tuo ritorno per nuovo impegno ad alleanza con Israele”
“Cari Donald e Melania Trump, congratulazioni per la più grande rimonta della storia! Questo storico ritorno alla Casa Bianca rappresenta un nuovo inizio per l’America e un forte rinnovato impegno nei confronti della grande alleanza tra Israele e America. Questa è una grande vittoria!” Il commento di Benjamin Netanyahu su X.