Arrestato agente penitenziario, portava droga e telefonini a Santa Maria C.V. Il Personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria unitamente al personale del Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, ha proceduto all’arresto in flagranza di reato di un appartenente allo stesso Corpo, in servizio presso la Casa Circondariale di S. Maria C.V. Il pubblico ufficiale veniva tratto in arresto poiché, durante l’espletamento del proprio servizio, si accingeva a porre nella disponibilità di detenuti del Penitenziario Sammaritano, una quantità di droga e apparati di telefonia mobile.
L’agente Penitenziario, sottoposto a perquisizione personale, risultava aver occultato 11 panetti di droga derivante da cannabinoide del tipo hashish, del peso totale di un kg di hashish. Le operazioni di perquisizione si estendevano all’interno dell’autovettura di proprietà del Pubblico Ufficiale, consentendo di rinvenire, all’interno del portabagagli posteriore dell’autoveicolo, 27 panetti di hashish, del peso complessivo di 2,4 kg.
In sede di convalida dell’arresto avanzata dall’Ufficio di Procura al Gip del Tribunale di S. Maria C.V., veniva avanzata richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere non solo per le condotte accertate 19 dicembre 2024, in flagranza di reato, ma anche per ulteriori ipotesi delittuose, emerse all’esito di una più complessa attività di indagine.
Gli accordi con i parenti dei detenuti
Le complessive e ben più ampie emergenze investigative consentivano di poter accertare —sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari – che l’indagato, in qualità di Agente di Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa Circondariale di S. Maria CV., aveva pattuito, nei mesi precedenti all’arresto, plurimi accordi corruttivi con soggetti detenuti o congiunti dei detenuti, in forza dei quali si impegnava ad introdurre in carcere hashish e cocaina, nonché telefoni cellulare in cambio di cospicue somme di denaro.
Il Gip, condividendo la prospettazione accusatoria dell’ufficio di Procura, sia in merito alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza che in relazione alla qualificazione giuridica dei fatti contestati, applicava all’arrestato la misura della custodia cautelare in carcere, misura confermata dal Tribunale del Riesame in data 08 gennaio 2025.