“In cinque, sei mesi di attività ho fermato diversi cantieri di ristrutturazioni di case, ho fatto il giro delle slote machine e delle sale scommesse”. E’ il pentito del clan Mallardo Filippo Caracallo a svelare le ultime estorsioni eseguite sul territorio di Qualiano. Prima di consegnarsi ai carabinieri e passare dalla parte dello Stato, Caracallo si era occupato per il clan Mallardo di compiere estorsioni sul territorio di Qualiano. “Tali attività le ho compiute insieme ad omissis e a ‘o spagnuolo (Antonio Guercia), figliastro di Ciccio Mallardo (è il nipote, ndr). Per farmi accompagnare dallo spagnolo chiesi l’autorizzazione a Picardi (estraneo al procedimento, ndr). Lo spagnolo mi suggerì anche di farci pagare da quei soggetti privati che da fuori vengono a vendere la droga a Qualiano e così facemmo. Questi soggetti erano una decina ed erano tutti conosciuti allo spagnolo. Lo spaccio avveniva di nascosto a Paride De Rosa che non aveva mai autorizzato la vendita di cocaina a Qualiano. Alla fine del mese dividevamo gli incassi tra gli stipendi per gli affiliati, i soldi per i carcerati e gli avvocato. Anche io prendevo il mio bonus che variava tra i 2mila e i 3mila euro al mese”, racconta Caracallo.