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Acquistava la droga per il clan Di Lauro, chi era in realtà ‘Giancarlo’

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Particolari interessanti sulla genesi del clan Amato-Pagano vengono fuori dagli atti che hanno portato 4 persone in carcere per l’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo.

Nell’ordinanza non passano inosservate le parole di Raffaele Imperiale, oggi collaboratore di giustizia ma fino al 2021 uno dei più grossi narcotrafficanti del mondo.

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Imperiale parla della società per il traffico di sostanze stupefacenti che alla fine degli anni Novanta aveva messo in piedi con Raffaele Maurelli, deceduto nel 2022 all’età di 49 anni, poco dopo aver ricevuto un avviso di garanzia perché accusato di concorso nell’omicidio Vassallo con l’aggravante mafiosa.

Imperiale era amico di vecchia data del fratello di Maurelli con cui strinse un’alleanza nel breve periodio in cui fece ritorno a Castellammare, prima di tornare nuovamente in Olanda, da dove partivano carichi periodici di stupefacenti verso la Campania, attraverso i camion di un’azienda di trasporti napoletana vicina proprio a Maurelli.

La società, in breve tempo, riuscì a movimentare “sino a 100 kg di erba, 40 di cocaina,
un milione di pasticche di ecstasy” ed aveva tra i principali clienti tale “Giancarlo“, che Maurelli e Imperiale scoprirono successivamente essere in realtà Elio Amato, fratello di Raffaele (‘o Lello), all’epoca appartenente al clan Di Lauro. Ciò – secondo quanto ricustruito nei verbali dal collaboratore di giustizia – determinò forti preoccupazioni che portarono Maurelli a tirarsi fuori nei giorni successivi ad controllo delle forze dell’ordine mentre era in compagnia di Elio Amato e di un’altra persona deceduta.

 

 

 

 

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