Prima crepa nell’inchiesta relativa ad un cold case di camorra di oltre vent’anni fa. La Corte di Cassazione (I sezione) ha infatti annullato l’ordinanza di custodia cautelare a carico di Gennaro Cirelli, ras del clan Licciardi, in relazione all’omicidio di Giuseppe Scuotto, ras dei Contini del Vasto ucciso in un agguato nel maggio del 2000. Gli ‘ermellini’ hanno ritrasmesso gli atti al Riesame che adesso dovrà pronunciarsi nuovamente. L’altro indagato, Antonio Muscerino, aveva deciso di non presentare Riesame. Determinanti per Cirelli si sono rivelate le argomentazioni dei suoi difensori, gli avvocati Andrea Imperato, Gennaro Pecoraro e Sergio Cola, che hanno fatto emergere dubbi circa le dichiarazioni rese all’epoca da alcuni testimoni tra cui la figlia della vittima.
Come ricostruito dagli inquirenti nelle oltre 150 pagine di ordinanza di custodia cautelare l’omicidio Scuotto fu decretato nell’ambito di un’epurazione interna al clan, decisione presa per il timore che Scuotto (che aveva già manifestato una sorta di autonomia dalle decisioni del gruppo) potesse pentirsi. Circostanza quest’ultima confermata anche da Luigi Giuliano, l’ex re di Forcella, che con le sue dichiarazioni ha permesso agli inquirenti di scavare a fondo nella vicenda, episodio in cui sono tirati in ballo anche i vertici dell’Alleanza di Secondigliano. In un verbale del febbraio 2003 Giuliano riferì:«Conoscevo Peppe Scuotto, so che si voleva pentire. Quando lo portarono in ospedale per un ricovero fu portato lì dai carabinieri perchè aveva manifestato la volontà di pentirsi. Quindi mandai subito l’imbasciata a Maria Licciardi e la stessa si recò presso l’ospedale Monaldi fuori al quale bloccò la moglie di Scuotto dicendole:’Riferisci a tuo marito di non pentirsi’, raccomandandosi che egli non combinasse questo guaio con le solite minacce e le solite promesse di denaro. La donna, allora, andò dal marito, che dopo aver conferito con lei, disse ai carabinieri:’Riportatemi in carcere perchè non voglio più collaborare’. I carabinieri non riuscirono a spiegarsi questo cambiamento».