Un matrimonio da 30 milioni di euro, 200 superospiti, un setting da favola nel cuore di Venezia. Ma a rendere davvero speciale – e profondamente italiano – il matrimonio di Jeff Bezos e Lauren Sánchez è stata l’anima campana, ben presente in ogni dettaglio del menù e nell’impronta gastronomica che ha dominato l’evento.
Dietro i fornelli, infatti, c’era Fabrizio Mellino, 34 anni, chef tristellato del ristorante di famiglia “Quattro Passi” di Nerano, unico al Sud con il massimo riconoscimento della guida Michelin. Scelto personalmente da Bezos dopo una visita estiva al locale, Mellino ha curato la cena nuziale con una proposta che ha fatto da vetrina al meglio della tradizione napoletana: spaghetti alla Nerano, verdure di stagione, prodotti del territorio, pasta, olio e pomodoro, in linea con le attuali tendenze salutiste ma con radici profondamente popolari.
Accanto a lui, un altro simbolo del gusto campano: Sal De Riso, il maestro pasticciere di Minori, che ha fornito una selezione di dolci iconici della Costa d’Amalfi, dalle delizie al limone alle torte ricotta e pere, fino a una vasta scelta di pasticceria mignon e dessert al bicchiere. La sua partecipazione, mantenuta riservata per contratto, è stata però documentata dalle telecamere di RaiUno.
E non potevano mancare le montanare e le pizze fritte di Ciro Oliva, giovane talento della pizzeria “Concettina ai Tre Santi” nel rione Sanità, che oggi conquista anche Capri e i palati del jet set internazionale.
Napoli e la Campania, insomma, non solo sono entrate nel cuore di Bezos, ma hanno dato gusto e identità a uno degli eventi più mediatici dell’anno. Un omaggio implicito a una regione che, da sempre, è simbolo della cucina italiana nel mondo. Basti pensare che, secondo la guida Michelin 2024, la provincia di Napoli è la più stellata d’Italia, nonostante una narrativa gastronomica che, nelle classifiche italiane, tende ancora a privilegiare il Nord.
In un matrimonio blindato ma altamente simbolico, il made in Campania è riuscito a brillare sotto i riflettori internazionali, offrendo una dimostrazione concreta del perché la cultura gastronomica partenopea continui a dettare legge nel mondo. E a quanto pare, neppure il fondatore di Amazon ha saputo resisterle.
FONTE: Il Mattino