Ha evitato il massimo della pena nonostante la Procura avesse chiesto per lui la pena dell’ergastolo. Non così per il gup di Napoli che ha condannato Raffaele Mauriello alla pena di vent’anni. Accolte pienamente le argomentazioni difensive dei legali di Mauriello, gli avvocati Luigi Senese, Maria Grazia Padula e Nevia Salemme: il gup ha infatti escluso le aggravanti della premeditazione e del motivi abbietti e futili. Un risultato di grande importanza per Mauriello se pensiamo che Dario Amirante, giudicato separatamente per lo stesso reato, aveva rimediato il carcere a vita.
Andrea Castello, il cui cadavere fu ritrovato sotto un cavalcavia di Casandrino, fu ammazzato al posto di un altro esponente di spicco della costola ‘maranese’ degli Amato-Pagano. Il particolare è stato riferito agli inquirenti da Antonio Accurso, l’ex ras della ‘Vanella Grassi”, all’epoca dei fatti, alleato della cosca di Melito.
Il collaboratore, infatti, ha spiegato che dopo la scomparsa di Antonio Ruggiero, “ammazzato il giorno prima da Francesco Paolo Russo che, poi, ne aveva fatto sparire il corpo” killer si aspettavano che gli uomini di Riccio inviassero qualcuno a ‘investigare’. ‘
“La mattina dopo l’omicidio del ‘Chiattone ‘ – ha spiegato Accurso – loro si aspettavano l’arrivo a Melito di ‘Tonino il rosso ‘, che era il loro altro obiettivo. Auspicavano ciò ritenendo che i ‘maranesi ‘ non vedendo rientrare a casa ‘Tonino il chiattone ‘, preoccupati, avrebbero mandato un uomo importante del gruppo come ‘Tonino il rosso ‘. Invece si presentò un giovane il cui corpo, poi, è stato trovato sotto il ponte di Casandrino”.