PUBBLICITÀ
HomeCronacaFaida Scampia, il pentito 'Rafaniello': "Sono convinto di una cosa sull'omicidio Cioppetta"

Faida Scampia, il pentito ‘Rafaniello’: “Sono convinto di una cosa sull’omicidio Cioppetta”

PUBBLICITÀ

Emergono particolari molto interessanti dagli atti dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli nei confronti di 6 persone, accusate di essere parte integrante del clan Cancello-Cifariello e di essersi impossessati di un alloggio popolare, cacciando via i legittimi beneficiari e commettendo ai loro danni un’altra serie di reati.

«Io continuo a essere convinto che sia stata la famiglia di Elia ad uccidere Cioppetta, ma è solo un sospetto». Parola di Raffaele Paone, alias Rafaniello, ex elemento del clan Grimaldi e oggi collaboratore di giustizia. Le sue dichiarazioni sono contenute nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ha colpito, tra gli altri, Elia Cancello, un tempo legato agli Amato-Pagano ed oggi a capo, secondo gli inquirenti di una cosca operante a Scampia.

PUBBLICITÀ

Il racconto di Paone — riportato testualmente nel provvedimento emesso dal giudice su richiesta della DDA di Napoli — ricostruisce una stagione di violenze e sospetti all’interno della camorra dell’area nord, con un’attenzione particolare all’omicidio di Francesco Angrisano, detto Cioppetta, esponente del gruppo Vanella Grassi ucciso anni fa in un agguato mai ufficialmente risolto. «Elia, di cui non conoscevo il cognome, ha sempre fatto parte della famiglia Amato-Pagano. Stava con me al carcere di Siracusa, nel 2021. Quando è uscito non aveva buoni rapporti con la Vanella, perché tutti noi pensavamo che lui e suo fratello Maurizio fossero gli autori dell’omicidio di Francesco Angrisano».

Secondo Rafaniello, i sospetti nascevano da una lite avvenuta poco prima dell’omicidio: «Circa venti giorni prima della morte, Francesco aveva avuto una discussione con Elia – che all’epoca era latitante – e con suo nipote. Infatti, noi cercavamo il nipote per ucciderlo».

L’omicidio, nella ricostruzione del collaboratore, si sarebbe inserito in un contesto di ostilità preesistente tra le famiglie Cancello e Angrisano: “Le due famiglie non si potevano vedere”, afferma Paone. Elia, fino al 2016, sarebbe stato uno dei “responsabili” degli Amato-Pagano, prima di essere messo da parte in seguito a una “fibrillazione” interna.

Ma la pista che conduceva ai Cancello si sarebbe poi affievolita. Sempre secondo il pentito, negli anni successivi la Vanella Grassi avrebbe spostato i sospetti sulla famiglia Grimaldi, nonostante, sottolinea il collaboratore, «noi avevamo buoni rapporti con Cioppetta, che consideravamo il migliore tra i fratelli, e quindi non avevamo motivo per ucciderlo».

Paone racconta che sarebbe avvenuta una pacificazione tra gli Angrisano e Elia Cancello dopo la sua scarcerazione di quest’ultimo nel 2021, che avrebbe avuto campo libero, all’interno del Lotto G – dove egli abita – ad eccezione dell’apertura di piazze, poiché lì non ce n’erano.

PUBBLICITÀ