Spunta anche il nome di un ex consigliere municipale di Chiaia nello scandalo che ha travolto l’Asl di Napoli. Sott’accusa è finito Salvatore Alajo che, insieme al complice Rosario Romano, avrebbero svolto il ruolo di intermediario tra il dottore Luigi Rinaldi e alcuni cittadini che volevano fare richiesta al Comune per il contrassegno di parcheggio per disabili.
Secondo la Procura partenopea, l’ex politico avrebbe fatto ottenere le false certificazioni di patologie ai suoi assistiti in cambio di mazzette finite nelle tasche del dirigente medico. I due faccendieri sono agli arresti domiciliari su disposizione del gip del Tribunale di Napoli, mentre Rinaldi è in carcere.
Le indagini sui falsi pass di parcheggio per disabili a Napoli
Ggli elementi di prova emergerebbero dalle immagini registrate all’interno degli Uffici del Distretto Sanitario 24, delle intercettazione ambientali audio-video effettuate all’interno degli uffici di via Chiatamone e, infine, delle telefonate captate agli indagati
Importante è stata l’attività dei carabinieri del Nas di Napoli a riscontro delle attività d’intercettazione, in particolare, l’acquisizione della documentazione relativa al rilascio del tesserino di parcheggio per disabili nell’Ufficio del Sevizio Politiche Inclusione Sociale del Comune di Napoli .
Nel luglio del 2023 il medico Rinaldi avrebbe rilasciato ad Alajo la certificazione necessaria per la concessione del contrassegno per parcheggio disabili in favore di un 43enne, dunque, quest’ultimo avrebbe pagato 250 euro per poi poter chiedere il permesso comunale per sostare sulle strisce gialle. In un’altra circostanza l’ex consigliere municipale avrebbe fatto pagare 200 euro ad un 75enne per fargli ottenere il la falsa documentazione al fine di chiedere il tesserino di parcheggio per invalidi.
Le indagini dei Nas
Al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Seconda Sezione della Procura della Repubblica di Napoli, i militari del Nas hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere e arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti di 69 persone – 18 in carcere e 51 arresti domiciliari-, tra cui medici dipendenti dell’ ASL Napoli 1 centro, titolari di imprese funebri e impiegati del Comune di Napoli, gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, falso materiale e ideologico commessi da pubblici ufficiali in atto pubblico, in certificati o autorizzazioni amministrative, falsità ideologica commessa dal privato, peculato e concussione.

