Gli affiliati al clan Cipolletta avrebbe condotto un’educazione criminogena anche nei confronti dei bambini attraverso l’esaltazione della malavita. Nell’ordinanza cautelare che ha sgominato le organizzazioni criminali di Pomigliano viene citato un agghiacciante episodio in cui sarebbe chiaro l’intento di insegnare le leggi della camorra ai familiari, sin dalla più tenera età, e la convinzione di essere nel giusto quando si commettono reati.
I magistrati della Dda di Napoli sono riusciti a captare diverse conversazioni in casa del boss Olindo ‘Vincenzo’ Cipolletta. La più allarmante è stata intercettata nel febbraio del 2024 in presenza di Maria Limatola, moglie del capoclan, e del figlioletto della coppia.
Dunque in videochiamata ci sarebbero stati la donna e il fratello del boss, Beniamino detto Mino, quest’ultimo si trovava nel carcere di Carinola. Il 24enne detenuto si sarebbe rivolto ripetutamente al nipotino di 3 anni usando una serie di terribili frasi per fargli capire come si sarebbe dovuto comportare un camorrista.
Le intercettazioni choc del clan Cipolletta
Beniamino ‘Mino’ Cipolletta: e quello è il cuore mio! è il cuore dello zio è! è il cuore dello… DOBBIAMO ANDARE E DOBBIAMO SPARARE A TUTTI QUANTI M., ALLO ZIO!
Maria Limatola: PERCHÉ, LA SAI USARE LA PISTOLA? (avrebbe detto la donna rivolgendosi al figlio piccolo) ah, sì?
Bimbo: EH! SPARO AI POLIZIOTTI!
Maria Limatola: TU LI SPARI AI POLIZIOTTI?
Bimbo: EH!
Beniamino Mino Cipolletta: LI SPARIAMO IN FACCIA!
bimbo: EH!
C’è un’altra indicativa intercettazione di quel clima malavitoso registrata a casa di Olindo Cipolletta a Capodanno del 2024. Durante i festeggiamenti per l’anno nuovo, Limatola avrebbe urlato a squarciagola, in presenza del figlioletto e del marito-boss, la frase di auguri “OH! GUAGLIU’, AUGURI ALLA NUOVA MALAVITA DUEMILA E VENTIQUATTROOO!!!”.