Uscirà dal carcere la professoressa 37enne di Prato condannata per violenza sessuale ai danni dello studente di 13 anni a cui dava ripetizioni, da cui ebbe un figlio. La decisione è stata presa dal Tribunale di sorveglianza di Firenze, che ha disposto l’affidamento di prova. La donna seguirà un percorso di reinserimento sociale con assunzione part-time come operatrice socio-sanitaria (Oss) da una cooperativa sociale per fare assistenza domiciliare ai pazienti. Secondo i legali, Massimo Nistri e Mattia Alfano, la donna ha “affrontato tutti i passi ritenuti necessari dalla giustizia, che ha ossequiato in ogni particolare“.
Il fatto
Il caso che fece scalpore risale al periodo tra il 2017 e il 2019. In questi due anni la professoressa ha avuto rapporti sessuali con l’adolescente che prendeva ripetizioni private di inglese da lei. A scoprire il vaso di Pandora è stata la madre del ragazzino, intuendo che qualcosa turbava il figlio. Di conseguenza l’adolescente ha rivelato tutto e, il successivo esame del Dna sul bambino (nato nel 2018), ha rivelato la paternità del minorenne. Le indagini, poi, hanno coinvolto anche il marito della donna. L’uomo avrebbe riconosciuto, pur non essendo suo, il bambino partorito dalla 37enne, ma è stato assolto in appello. Per quanto riguardo la donna, nel 2023 la Cassazione ha invece respinto il ricorso contro la sentenza di secondo grado che l’ha condannata a 6 anni e 5 mesi per violenza sessuale su minore.
L’inserimento in società
Il Tribunale di Sorveglianza ha evidenziato come il nuovo orientamento sia legato anche alla disponibilità della condannata a rivedere criticamente i fatti per cui è stata giudicata. In passato, proprio la scarsa consapevolezza delle proprie responsabilità aveva portato al rigetto di una prima richiesta di detenzione domiciliare e affidamento in prova, nel febbraio 2025.
La soddisfazione dei legali
I legali della donna, gli avvocati Massimo Nistri e Mattia Alfano, si sono detti soddisfatti della decisione: “La nostra assistita ha rispettato ogni passaggio richiesto dalla giustizia, mostrando piena acquiescenza alla sentenza. È pronta per un reinserimento nella società e per riappropriarsi dei propri affetti, incluso il figlio tanto discusso“. Secondo gli avvocati bisogna approfondire il caso: “Una volta concluso l’iter giudiziario, si dovrà riflettere sulla complessità personale della nostra assistita. Un caso che merita un’analisi sociologica profonda e non condizionata solo dalla cronaca giudiziaria“.

