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Figlio di un armatore sequestrato, latitante Nicola Rullo

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È accusato sequestro di persona, estorsione, minacce e violenza. Nicola Rullo, reggente del clan Contini e pezzo da novanta dell’Alleanza di Secondigliano, ha fatto perdere nuovamente le sue tracce. Al centro della nuova inchiesta che vede coinvolto ‘o nfamone il sequestro del figlio di un armatore di Posillipo che sarebbe stato condotto in un appartamento in zona Doganella e li sequestrato e picchiato per spingere il padre a versare al clan Contini una quota pari ad un debito di circa 300mila euro.

Le indagini, dirette dalla Squadra Mobile e dalla Direzione Distrettuale Antimafia , hanno condotto all’emissione di sei ordinanze di custodia cautelare. Gli inquirenti sostengono che Rullo fosse il mandante del sequestro, il quale è stato orchestrato con la modalità tipica dei gruppi camorristici.

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Rapito e rilasciato dopo un giorno da incubo

Durante il raid, il figlio dell’armatore è stato rapito e rilasciato solo dopo un giorno di incubo, una volta che il gruppo ha ottenuto il riscatto. Nei giorni scorsi erano state già arrestate tre persone mentre i fari si sono subito accesi su Rullo, libero dallo scorso agosto e, secondo le recenti informative, subito tornato alla guida de suo gruppo. A porre fine alla sua detenzione era stata la Corte di Cassazione che, accogliendo in toto le argomentazioni dei suoi legali, gli avvocati Domenico Dello Iacono e Andrea Imperato , aveva confermato l’orientamento già espresso dal giudice dell’esecuzione del tribunale di Novara che cumulando diverse sentenze per associazione aveva riconosciuto al boss una significativa riduzione per cumulo di pene. In pratica per il giudice sarebbe stata già assorbita gran parte dell’accusa associativa con Rullo che avendo così già scontato la sua pena aveva fatto ritorno a Napoli.

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