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venerdì, Aprile 19, 2024
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Colpo al clan di camorra di Napoli Est, preso il boss di Ponticelli Francesco De Martino

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I carabinieri hanno arrestato Francesco De Martino, elemento di spicco dell’omonimo clan. L’uomo, classe 69, stava scontando la detenzione domiciliare nella sua abitazione di Ponticelli quando i Carabinieri della locale stazione lo hanno arrestato. Elemento di spicco del clan che porta il suo nome, il 51enne è stato portato al carcere di Secondigliano, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli che ha ripristinato il precedente stato detentivo in carcere. De Martino sconterà nel penitenziario napoletano gli ultimi nove mesi di una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione per associazione di tipo mafioso e violenza privata.

La guerra di Ponticelli raccontata dai pentiti

Sono stati i collaboratori di giustizia a descrivere la guerra in corso a Ponticelli tra i De Luca Bossa (alleati con i Casella) e i De Martino ‘XX’. Una guerra iniziata con le minacce ai pusher delle piazze di Ponticelli per cercare di sopraffare gli avversari. Grazie al contributo dei collaboratori di giustizia che hanno raccontato il ruolo e i profili dei giovani impegnati nelle minacce ai pusher del Rione De Gasperi. Rosario Rolletta, ex voce di dentro prima dei De Micco e poi dei De Martino ha spiegato questa nuova fase della guerra. Il suo ultimo verbale datato 10 marzo è significativo: «Ciro Uccella appartenente al clan De Martino per il quale si occupa di estorsioni. Riconosco Vincenzo Di Costanzo detto ‘o gabibbo il quale è un tuttofare del clan e nello specifico custodisce le armi, vende la droga ed esce per fare gli agguati. Salvatore Cardillo si occupa prevalentemente di estorsioni e di recupero delle armi. Pietro Frutto si occupa di estorsioni e di armi».

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I De Luca Bossa contro i De Martino ‘XX’

Rolletta poi si sofferma sulle minacce e sulle ritorsioni messe in atto ai pusher della zona: «Nel periodo di settembre/ottobre 2020, quando il gruppo De Martino si era già scisso dal cartello per le ragioni che ho già indicato, ci contrapponevamo ai De Luca Bossa-Casella anche nelle estorsioni alle piazze. Nel Rione De Gasperi vi sono due piazze di spaccio di crack gestite rispettivamente da “o’Nippolo”. di cui non conosco il nome e da (….) dalle quali prendevamo la settimana. A prendere le quote dalle piazze erano principalmente Pietro Frutto ed Alessio, nonché il Gabibbo. Ricordo che mandammo a chiamare o’Nippolo appena avvenne la spaccatura e lui non si presentò, motivo per cui Pietro Frutto ed Alessio sottrassero al figlio un’autovettura di colore bianco che venne restituita solo quando il Nippolo e (…) vennero a portarci 3.500 euro, accordandosi per il pagamento di una quota al nostro gruppo. Per un breve periodo queste due piazze di spaccio hanno pagato sia noi che i Minichini-De Luca Bossa-Casella».

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