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sabato, Aprile 20, 2024
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“Ci hai lasciato senza parole”. Dolore ad Angri per Enrico, il militare suicida a Roma

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Arriverà ad Angri  il feretro con la salma di Enrico De Mattia, il caporal maggiore di Angri che sabato pomeriggio si è suicidato a Roma, sparandosi un colpo di pistola alla testa nel bagno di Palazzo Grazioli. In mattinata, dalle 8 alle 12, sarà allestita la camera ardente nella sala mortuaria di piazzale del Verano, nella capitale. Alle 13,
il trasferimento ad Angri dove il feretro dovrebbe arrivare intorno alle 17 per essere sistemato nella congrega di Santa Caterina, in attesa del rito funebre che sarà celebrato giovedì mattina alle 10.30 nella chiesa di San Giovanni Battista.

In questi giorni tutta la comunità angrese ha voluto stringersi al dolore della famiglia De Mattia, colpita da una tragedia tanto improvvisa quanto inspiegabile. Non si danno pace i genitori del militare, il padre Giovanni, collaboratore storico della pasticceria «O Sciampagnone» in via Di Mezzo, la mamma Anna, che gestisce un negozio in corso Italia.

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Ed era innamoratissimo della sua fidanzata, Carola, con la quale si mostra orgoglioso in una posa del 9 giugno scorso, scelta come immagine di copertina del suo profilo facebook. «Ci hai lasciati senza parole… è passato un solo giorno e ancora non mi faccio capace di questo tuo gesto. Ti voglio un bene dell’anima fratello… riposa in pace», scrive Andrea in un post lasciato sulla bacheca del militare, dove scorrono messaggi di cordoglio, testimonianze di affetto ma anche foto di vecchi ricordi, che tracciano il profilo di un giovane felice, brillante, dal sorriso contagioso.

 

Il deputato del MoVimento 5 Stelle, Virginia Villani interviene sul suicidio del Caporal Maggiore Enrico De Mattia

“Sono profondamente addolorata per la terribile notizia della tragica scomparsa del giovanissimo Enrico De Mattia, un ragazzo angrese di appena 25 anni. Il mio cordoglio va al caro papà Giovanni e alla mamma Anna affranti per la perdita di un figlio meraviglioso e pieno di vita – spiega il deputato Villani – Ieri un mio intervento in Aula per lui, per il mio compaesano, la cui tragica fine forse poteva essere evitata. Chiederò con forza che si faccia chiarezza sulle cause della sua morte e esorterò tutti i giovani che vivono con difficoltà la vita militare ad aprirsi e a chiedere aiuto. Non si può accettare tanto dolore ed è nostro dovere intervenire per evitare che tragedie simili si ripetano”.

Ecco il testo dell’intervento in Aula:

“Grazie Presidente, Gentili Onorevoli colleghi,

Vi è stata nei giorni scorsi una tragedia a Palazzo Grazioli: il Caporal Maggiore Enrico De Mattia, – originario di Angri, provincia di Salerno e proveniente dal 1° Reggimento Granatieri di Sardegna, inquadrato nell’operazione Strade Sicure – durante il turno pomeridiano, ha posto fine alla sua vita utilizzando la pistola di ordinanza. Una tragedia che ha scosso l’intera comunità. Tale doloroso episodio deve aprire un momento di riflessione profonda su quella che viene spesso definita la “Strage silenziosa delle Forze Armate”. Quello del Caporal Maggiore De Mattia è il terzo suicidio in sei mesi di un militare impegnato nell’operazione Strade Sicure. A dicembre 2017 un altro Granatiere di stanza a Spoleto si era suicidato mentre era in licenza dopo il periodo di servizio nell’operazione.

A febbraio 2018 un bersagliere di 29 anni, di Taranto, si è tolto la vita nella stazione metro di Barberini, al centro di Roma. I suicidi presso gli appartenenti alle forze dell’ordine rappresentano un fenomeno noto ormai da diversi anni e, ad oggi, l’unico osservatorio esistente in Italia che attesta l’entità del fenomeno è l’Osservatorio nazionale dei suicidi nelle forze dell’ordine, promosso dall’associazione no profit “Cerchio Blu”. Secondo i dati dell’Osservatorio dal 2010 al 2016 si contano 315 suicidi; 36 solo nel 2016. Il trend non è cambiato negli ultimi due anni. Nell’80% dei suicidi è stata utilizzata la pistola d’ordinanza.

E’ arrivato il momento di interrogarsi sul fenomeno.

Intanto con grande sensibilità esprimo i sentimenti di vicinanza, di solidarietà e di gratitudine ai suoi familiari, sapendo di interpretare così l’animo degli italiani, che apprezzano il lavoro delle forze dell’ordine, con la loro fedeltà alla democrazia e alla Costituzione, sempre attente alle parti più svantaggiate della società, sempre appassionati in quel lavoro di rafforzamento dei fili che legano il nostro popolo. Bisogna far luce sulle cause del fenomeno e la morte del Caporal Maggiore De Mattia merita chiarezza: questo ennesimo suicidio deve servire anche a svelare eventuali situazioni difficili vissute nel quotidiano da chi vive la vita militare nelle Forze dell’Ordine e nelle Forze Armate”.

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