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venerdì, Aprile 19, 2024
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“Ucciso dai genitori perché aveva interrotto il rapporto sessuale”, retroscena choc sull’omicidio del piccolo Gabriel

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Il papà di Gabriel Feroleto, il bambino morto cinque giorni fa a Piedimonte San Germano (Frosinone), è stato interrogato oggi in carcere dal giudice per le indagini preliminari di Cassino. L’uomo, accusato di concorso in omicidio, avrebbe risposto un po’ confusamente al gip respingendo ogni responsabilità. Per la morte di Gabriel, appena due anni e mezzo, gli inquirenti accusano la madre di averlo soffocato.Si è messo d’accordo con l’attuale compagna, Anna, per costruirsi un alibi credibile tra le 14,30 e le 15,30 del 17 aprile scorso, orario in cui secondo i carabinieri sarebbe avvenuto l’omicidio del piccolo Gabriel Feroleto a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone.

Ad incastrare Nicola Feroleto, padre del bambino assassinato e la donna, sono state le intercettazioni ambientali nella sala d’aspetto della caserma dei carabinieri di Cassino, che hanno demolito l’alibi che l’uomo aveva fornito. Secondo Salvatore Scalera, il giudice per le indagini preliminari che ha emesso su richiesta della procura un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, Feroleto avrebbe partecipato insieme alla ex compagna all’atroce delitto del figlio.

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Dopo aver disteso il figlio per terra su un prato, a contrada Volla di Piedimonte San Germano in provincia di Frosinone, con la mano destra gli ha tappato la bocca e con la sinistra lo ha strangolato premendo la mano sul collo. Più Gabriel Feroleto urlava e chiedeva aiuto e più la violenza della madre assassina si accaniva sul bimbo. Ha provato a difendersi nonostante i due anni d’età. Si agitava con le braccia e con le gambine, ma questo incattiviva ancora di più la donna che stringeva la presa mortale sulla gola del figlio.

Dopo averlo ucciso ha preso Gabriel in braccio già morto e si è avviata di nuovo verso casa. «Abbiamo fatto un guaio. Io e Nicola abbiamo ammazzato Gabriel, lo abbiamo soffocato. Non dire niente che stava pure Nicola. Non dire che lo ha ucciso pure lui. Perchè è capace di ucciderci o di appaiarci». Con queste parole, Donatella Di Bona aveva confidato alla madre l’orrore che aveva commesso poco prima.

A confermare la presenza di Feroleto a contrada Volla nel primo pomeriggio c’è anche la testimonianza di Anna Maria Ciccone, vicina di casa di Donatella Di Bona. « Poco dopo le ore 14.30 – racconta la donna agli inquirenti – mentre cucinavo ho visto dalla finestra che era arrivato il padre di Gabriel».  Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cassino, nell’ ordinanza di custodia cautelare in carcere per il padre di Gabriel evidenzia grossi indizi di colpevolezza corroborati dalle testimonianze dei vicini e da alcune intercettazioni ambientali sui dialoghi captati nella sala d’ aspetto della caserma dei carabinieri di Cassino tra Nicola Feroleto e Anna Vacca, sua compagna ufficiale con la quale convive ed ha un figlio nonostante avesse la residenza nella casa a contrada Volla dove viveva Gabriel con la madre Donatella. ( nella foto di Emilio Orlando, lo slargo dove era stato inscenato il finto investimento).

 

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