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sabato, Luglio 5, 2025
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Dramma di Genzano, mamma in lacrime in tv: “Non ci aveva mai picchiato prima, non è colpa mia”

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La mamma nella trasmissione di Barbara d’Urso ha parlato del suo rapporto con Federico Zeoli, il 25enne che ora è in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

La mamma ha negato ogni sua responsabilità, sminuendo come semplici schiamazzi di bambini, le urla che nei giorni precedenti i vicini avrebbero ascoltato dall’appartamento.
 “Quelle sono le mie bambine, il mio sangue. E lui non doveva farlo. I bambini non si
toccano!”. “Da allora non l’ho visto più – ha aggiunto – ma se lo avessi avuto vicino
gli avrei sputato in faccia! Se ha problemi, perché sicuramente ce li ha, si sfogasse con altri. Deve pagare, giorno dopo giorno, finché non muore e io non lo perdonerò mai e deve marcire la dentro. Provo per lui odio e schifo!”. “Purtroppo mi stanno facendo passare per la persona cattiva che non sono. Ho un passato un pò così, ma ho sempre fatto tutto per il loro meglio. In queste ore mi stanno arrivando messaggi, sul telefono e su Facebook, nei quali mi dicono che sono cattiva e che non sono degna di essere madre. Io smentisco tutto quanto detto dai giornali, perché le mie figlie le amo più della mia vita. Ho combattuto per averle e per crescere. E combatterò per far capire a tutti che non sono quella che dicono”.

 

Emanuele Dessì, senatore 5 stelle, sulla vicenda della bimba di 22 mesi pestata dal compagno della madre solo per i capricci.

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“Ancora una volta ci troviamo a commentare storie brutte, assurde, inaccettabili che vedono al centro di fatti di cronaca, difficili pure da raccontare, i bambini. Storie di ordinario degrado, di mondi paralleli, di realtà sommerse eppure così prossime, seppur ai margini, alla società civile per come noi comunemente la intendiamo. A Genzano, due sere fa, si è consumata quella che speriamo non sia una tragedia definitiva ma che, già così, è una vicenda che non ci può lasciare insensibili. Una bambina malmenata, fino a ridurla in fin di vita, perché, avrebbe detto il picchiatore, piangeva: motivi men che futili, maturati in un contesto di povertà prima umana e poi, forse, sostanziale”.

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