Tra gli omicidi risolti nell’ultima operazione contro i clan di Napoli Est c’è quello di Giovanni Sarno. A raccontare i retroscena sul delitto sono due pentiti: Luisa De Stefano e Tommaso Schisa. La vittima fu ammazzata il 7 marzo 2016 al rientro nella sua abitazione situata al piano terra di via Angelo Camillo dei Meis nr. 120 Rione De Gasperi, isolato 26. Giovanni Sarno era il fratello dei più noti Sarno Ciro detto ‘o sindaco, Sarno Cannine alias topolino, Sarno Giuseppe detto Peppe ‘o mussillo, Sarno Luciano, Sarno Pasquale e Sarno Vincenzo, diventati poi tutti collaboratori di giustizia.
“Ho deciso insieme a Maione Vincenza, Onesto Gabriella, Minichini Michele, Ciro Contini e Giulio Ceglie di uccidere Sarno Giovanni, che è un fratello dei Sarno”, ha raccontato la pentita Luisa De Stefano nel verbale di interrogatorio reso il 24.9.2024
“Eravamo tutti presso la mia abitazione. Per questo omicidio non ho chiesto il permesso a Ciro Rinaldi perché si trattava di un omicidio da fare nel mio quartiere. Tommaso mio figlio stava a Marigliano. Io lo chiamai la mattina per non farlo venire a Ponticelli. Non volevo
che mio figlio fosse coinvolto. Visto che dopo un giorno la Polizia non arrivava, Onesto Gabriella andò a citofonare alla sorella della vittima dicendole che suo fratello era stato ucciso”. A sparare, secondo la pentita De Stefano, sarebbe stato Ciro Contini, detto ‘o Nirone. “Da noi era chiamato al telefono Alessandro. Lo chiamavamo così perché era latitante. In macchina ad accompagnarlo vi erano Minichini Michele e Ceglie Giulio. Sarno Giovanni fu ucciso nel suo letto e la porta era aperta. Samo abitava in un basso di fianco a quello di Cito Emanuele, anche lui individuato come obiettivo da eliminare perché si era reso responsabile di uno sgarro verso Minichini Michele. Ha partecipato all’omicidio anche Boccia Mariarca, la quale era presente presso la tombola di a’pippetta” e ci avvisò nel momento in cui la tombola era finita e non c’erano persone che potevano assistere all’omicidio. Dopo l’omicidio, fu Ceglie Giulio ad accompagnare Ciro Contini e Minichini Michele a casa della madre di quest’ultimo, Cipollaro Ciro”. Il motivo per il quale fu ucciso Samo Giovanni era che era un parente di collaboratori di giustizia. “I Sarno hanno deposto nel processo che ha portato alla condanna all’ergastolo di Schisa Roberto”, racconta la pentita.
De Stefano Luisa ha spiegato di aver deciso, insieme agli altri soggetti che hanno avuto un ruolo anche di tipo esecutivo, l’omicidio di Samo Giovanni.
La decisione venne presa a casa della stessa De Stefano in maniera collegiale. Alla riunione
parteciparono, infatti, Maione Vincenza, Onesto Gabriella, Minichini Michele, Ciro Contini e Giulio Ceglie: “Contini è colui che entrò nell’abitazione e sparò all’indirizzo di Sarno Giovanni”.
A parlare dell’omicidio è anche il pentito Tommaso Schisa nel verbale di interrogatorio reso il 2.10.2019: “Ero libero. E’ stato commesso dopo qualche mese dall’omicidio di VOLPICELLI. Lui è stato ucciso in casa. Hanno partecipato Ciro Contini Minichini Michele Maione Vincenza, Mariarca Boccia, figlia di Nunzio Boccia, mia madre, Onesto Gabriella e la mamma di Michele Minichini.Le ultime due con il seguente ruolo: Onesto Gabriella e la madre di Michele Minichini poiché nessuno si era accorto che era morto sono andare a citofonare ad una sorella di Sarno Giovanni per avvisarla che il fratello era stato ucciso, una o due giorni dopo. L’omicidio è stato organizzato a casa di mia madre dove si recavano sempre anche Onesto Gabriella e la madre di Michele Minichini. In mia presenza quando si è parlato dell’organizzazione dell’omicidio di Sarno Giovanni c’era anche Onesto Gabriella Dopo l’omicidio tornarono a casa mia accanto a quella di mio suocero e mi raccontarono dell’omicidio. Mi raccontarono che lo avevano ucciso nel letto mentre dormiva. Avevano sparato tre o quattro colpi con la stessa pistola dell ‘omicidio di Volpicelli La stessa poi usata per l’omicidio Cepparulo. Sarno Giovanni abitava a piano ferra nel Rione De Gasperi, dove sia la Chiesa. Lui si ubriacava e la porta di casa era sempre aperta. La conferma fu data da Mariarca Boccia che era andata a fare le pulizie per conto della sorella di Sarno Giovanni”.
Precisiamo che le dichiarazioni dei pentiti vanno poi riscontrate in sedi giudiziarie, quindi i soggetti sopracitati sono da considerarsi innocenti fino al terzo grado di giudizio.