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giovedì, Marzo 28, 2024
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Poker di pentiti per la spallata definitiva al clan Mallardo, trema la camorra di Giugliano

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Si è recato da solo, spontaneamente, presso la Compagnia dei Carabinieri di Giugliano. L’unica sua volontà era quella di parla con il Capitano Antonio De Lise e comunicargli la decisione di passare dalla parte dello Stato. Filippo Caracallo è solo l’ultimo pentito del clan Mallardo. Con le due dichiarazioni sta facendo tremare la camorra di Giugliano e non solo. Già diversi gli interrogatori a cui è stato sottoposto dal Capitano della Compagnia di Giugliano su fatti criminali del passato, recente o meno. Naturalmente si tratta di dichiarazioni che devono ottenere un riscontro investigativo ma che comunque stanno facendo tremare il ghota della camorra locale.

Caracallo si aggiunge alle altre tre armi a disposizione della DDA per mettere la pietra definitiva sul clan Mallardo. Si tratta di  quattro personaggi diversi che possono svelare retroscena su una delle cosche camorristiche più potenti e e ricche della Campania. Dopo il colletto bianco Giuliano Pirozzi, l’imprenditore Angelo Parente e F.P.

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CHI E’ FILIPPO CARACALLO

Il pentimento di Filippo Caracallo risale tra fine marzo ed inizio aprile. Uno dei verbali è stato depositato ufficialmente stamattina presso la cancelleria della Procura di Napoli Nord, Direzione Distrettuale Antimafia. Ignoti i motivi che l’hanno portato a pentirsi. Da una parte si sentiva braccato dalle forze dell’ordine. Decine, infatti, le operazioni eseguite negli ultimi anni da carabinieri, finanza e polizia contro la cosca di Giugliano. In particolare, dopo gli arresti eseguiti dai carabinieri di Giugliano per racket, Caracallo ha temuto di finire in manette. Dietro la sua scelta ci sono anche motivazioni sulla sua incolumità. Con la scissione del gruppo dei Palazzinari, l’aria in città era diventata pesante, soprattutto per chi come lui proveniva dall’area di San Nicola ed era sospettato di poter tradire. Forse temeva di poter fare la stessa fine di Michele Di Biase e Battista Riccio, due personaggi di cui si sono perse le tracce da tempo.

Coinvolto in inchieste giudiziarie, di Filippo Caracallo ne hanno parlato in passato diversi collaboratori di giustizia, tra cui Massimo Amatrudi, Giuliano Pirozzi e Gaetano Vassallo. Il nuovo pentito del clan Mallardo non è una personaggio qualunque. A differenza di Pirozzi, che non aveva mai ricevuto nessuna ordinanza di arresto prima della sua scelta di collaborare con la giustizia, la nuova gola profonda della cosca giuglianese ha frequentato fin da giovane gli ambienti della malavita. Il curriculum criminale di Filippo Caracallo lo ha portato a sedersi anche a tavoli più importanti, quelli dove si decidono come spartirsi gli affari della cosca come quello delle estorsioni. Ed infatti nel 2009 fu coinvolto in una retata insieme ad altri big della camorra giuglianese, poi fu scarcerato ed era attualmente sotto processo a piede libero. Per alcuni tempi era stato designato addirittura come ‘reggente’ del clan Mallardo sul territorio di Qualiano.

Giuliano Pirozzi il primo collaboratore di giustizia

Il primo collaboratore di giustizia del clan Mallardo è stato Giuliano Pirozzi, colletto bianco, il quale si occupava del collegamento tra la il clan, gli affari e la politica. La scelta di passare dalla parte dello Stato è stata presa da Pirozzi per sfuggire alla morte decretata dal clan. di passare dalla parte dello Stato, così come raccontato dallo stesso Pirozzi agli inquirenti. “Sono sempre stata una delle persone di fiducia di Feliciano Mallardo e anche degli altri affiliati del clan Mallardo, in quanto sono una persona molto capace dal punto di vista economico e finanziario. Ho deciso di venire davanti all’autorità giudiziaria perchè temo per la mia incolumità, in quanto diversi esponenti del clan Mallardo hanno messo in giro la voce che io mi ero appropriato dei soldi che avevo avuto proprio da loro per fare investimenti; però io non ho ricevuto in realtà questi soldi. Essendo però stata messo in mezzo questo voce ho capito che è stata decretata la mia morte. Ho deciso quindi di cambiare vita e perciò mi sono presentato”. Queste le dichiarazioni rilasciate da Pirozzi nel corso in uno dei primi di interrogatori, nel quale ha spiegato i motivi della sua collaborazione. Le dichiarazioni rese da Pirozzi sono state dichiarate attendibili dagli inquirenti e confermate in seguito all’attività investigativa portata avanti in questi mesi dalle diverse forze di polizia in contrasto al clan Mallardo.

Altro pentito è F. P. Fu arrestato nel 2015 dagli agenti del commissariato di polizia di Castel Volturno, in un appartamento a Mondragone, nel Casertano con l’accusa di estorsione aggravata, reato che ha già scontato. Non è un elemento di spicco del clan, ma può raccontare particolari importanti riguardanti gli affari illeciti della fazione operante sulla fascia costiera.

La figura di Angelo Parente

Altra figura è quella di Angelo Parente, anche lui collaboratore di giustizia. Parente ha già parlato in udienza, raccontando la sua storia e svelando diversi retroscena interessanti su episodi delittuosi commessi in particolar modo sulla fascia costiera. Ha iniziato la sua carriera di imprenditore comprando un pezzo di terreno proprio sul litorale giuglianese. Un acquisto che gli ha creato i primi grattacapi con i clan della zona, i Mallardo ed i Casalesi. Ha raccontato di essere stato più volte vittima di estorsioni da parte degli esponenti criminali egemoni sul litorale. Ha riferito, inoltre, di avere avuti rapporti con i boss dei Mallardo. Da vittima del clan, Parente è passato nel corso degli anni ad esserne il braccio economico. Inoltre ha parlato di imprenditori, in particolar modo di titolari di hotel ed alberghi situati sulla fascia costiera giuglianese, legati in qualche modo alla camorra. Non era considerato un vero e proprio affiliato, dunque, ma una sorta di ‘lavatrice’ che gestiva e reinvestiva parte dei soldi reperiti attraverso proventi illeciti. Questo ruolo di broker e faccendiere della camorra sarebbe durato per diversi anni fino a quando, dopo l’omicidio di Cesare Basile qualcosa sarebbe andato storto. Da quel momento in poi Parente si è sentito in pericolo e si è dato alla macchia fuggendo in Australia, in Germania ed in Austria, finendo per fare finanche il lavapiatti. Poi è arrivata la decisione di chiedere aiuto alla magistratura di consegnarsi ai carabinieri.

Quattro figure molto diverse, che possono però dare la spallata definitiva al clan Mallardo.

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