“Ho detto a mio nipote di consegnarsi, l’ho portato io in Questura“. La testimonianza è di Antonietta Caiafa, zia di Renato responsabile che accidentalmente ha sparato a Arcangelo Correra. “Ho perso un altro mio fratello? L’ho ucciso io? Era sotto shock” racconta ancora la zia che assicura di “non sapere perché avesse questa pistola, sappiamo che a un certo punto è partito questo colpo“.
E’ stato lo stesso Renato a soccorrere e a portare Arcangelo all’ospedale Pellegrini. “Subito dopo è venuto da me e gli ho detto di costituirsi, non aveva neanche capito cosa avesse fatto fatto. Mio nipote è un ragazzo buono, non fate paragoni con gli altri che poi sono stati uccisi nella nostra famiglia come mio nipote e mio fratello. (nel 2020 ndr.)”.
“Renato è ancora sotto shock e sta ancora piangendo per la disperazione. Non voleva certo uccidere Arcangelo, che era come un fratello. Lui non era un camorrista“, conclude zia Antonietta.
L’indagini e gli interrogatori
Maneggiamento improprio di una pistola: un colpo partito e un ragazzo di 18 anni non c’è più. Questa la probabile dinamica dell’omicidio di Arcangelo Correra, per il quale si sarebbe costituito un giovane e sulla quale indaga la Squadra Mobile. Dunque l’incidente sarebbe stato causato dallo scarrellamento dell’arma perciò gli agenti hanno rinvenuto un bossolo sull’asfalto. Inoltre in Questura sarebbe stato interrogato un secondo ragazzo.
Troppo gravi le ferite
Troppo gravi le ferite alla testa, il 18enne Arcangelo Correra è morto all’ospedale Vecchio Pellegrini durante la mattina. Amici e parenti affollavano la strada in cui si trova la casa di Arcangelo Correra, le grida di dolore a tratti rompono una quiete surreale. Con gli occhi gonfi di lacrime, i volti raccontano la disperazione per l’ennesima, inspiegabile tragedia che ha tinto di rosso le strade di Napoli.
Lo zio di Arcangelo
La straziante dichiarazione dello zio di Arcangelo Correra, 18enne ucciso sta notte da un colpo di pistola alla testa. Il giovane viene descritto dallo zio come un ragazzo semplice, educato e di buon cuore, senza alcun tipo di legame con la criminalità. Proprio per questo, la sua uccisione, appare ancora più inspiegabile e inconcepibile.
Arcangelo andava a scuola e, ogni tanto, dava una mano al padre al negozio di souvenir di loro proprietà. Si ritrovava spesso con gli amici nella piazzetta Sedil Capuano, dov’è stato assassinato. “Per lui esistevano solo la famiglia, gli amici e il pallone“.
Chi era Arcangelo Correra
Arcangelo Correra, di appena 18 anni e incensurato, andava ancora a scuola ed era appassionato di calcio. Studiava per diventare fotografo e viene descritto da tutti come un bravissimo ragazzo, tranquillo ed educato. Il padre e la madre, Alessandro e Antonella, sono commercianti e hanno un negozio nei pressi del luogo dell’omicidio. Sui loro profili social c’è un video con una sequenza di foto pubblicate lo scorso 25 ottobre, giorno in cui Arcangelo ha compiuto 18 anni. Nel post un commento: “Diciotto anni di puro amore“, che sottolinea quanto la famiglia fosse unita.
Secondo quanto raccontato, il giovane sarebbe cugino di Luigi Caiafa, rapinatore 17enne assassinato da un poliziotto il 4 ottobre 2020 nel corso di una rapina.