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sabato, Giugno 28, 2025
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Il boss Bosti e la cassa del clan, intercettato al 41 bis: “Ca s anna mettere e sord”

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Ieri il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri ha sottolineato la poca efficacia del regime del carcere duro in occasione della conferenza stampa convocata per fornire dettagli sull’operazione contro il clan Contini-Bosti.

«Il 41 bis è permeabile, così come è ridotto non funziona. C’è da domandarsi chi lo ha ridotto così, chi ha fatto in modo che non funzioni, chi ha scritto cosa per rendere il sistema del 41 bis a maglie larghe, così come lo vediamo nel corso delle indagini. Gli arrestati comunicavano, davano ordini e dirigevano l’organizzazione mafiosa dal 41 bis – ha detto Gratteri – e questa è un’ulteriore preoccupazione. Oltre al fatto che il carcere non funziona così com’è, al di là del sovraffollamento e delle centinaia di telefonini che ci sono in ogni carcere, o i droni per far arrivare in carcere telefonini e droga, oggi scopriamo anche che dal 41 bis si comanda. Bisogna capire chi lo ha reso permeabile. In Italia non si ha mai la voglia o l’idea di chiedere conto a qualcuno di quello che fa, cioè di andare a ritroso e capire come si è arrivati ad oggi. Non è un problema di questo momento, è un fatto antico quanto è antico il 41 bis. Una volta istituito il 41 bis, già dal giorno dopo sono cominciate ad esserci circolari, modifiche, direttive, e pian piano siamo arrivati oggi a un sistema a maglie larghe», ha denunciato Gratteri.

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Gli ordini del boss Bosti dal 41 bis

Nell’ultima ordinanza di custodia cautelare che ha colpito il clan dell’Alleanza di Secondigliano sono stati inclusi i colloqui tra Patrizio Bosti e le figlie Flora, Maria e il genero Luca Esposito. Il 27 giugno 2020 il capoclan, detenuto al 41 bis nel carcere di Parma, è riuscito ad occuparsi della gestione finanziaria dell’organizzazione. Dunque ‘o Patrizio sarebbe stato informato di ciò che accade nella “famiglia” e avrebbe continuato a dare disposizioni sulla gestione del denaro dell’organizzazione.

Nel primo colloquio, risalente del 27 giugno 2020, avuto con le figlie Maria e Flora e col genero e avrebbe saputo che la zia Assuntina, cioè Assunta Aieta ritenuta la cassiera del clan, non indagata, non avrebbe gestito il denaro secondo le aspettative della famiglia.

Dopo aver parlato di questioni personali, improvvisamente, Bosti avrebbe usato una stessa strategia comunicativa di slegatura dai contesti logici dei ragionamenti che in quel momento stava argomentando e, con lo sguardo puntava dritto Esposito. Prima ha battito la mano sinistra sul banco per attirare l’attenzione del genero al quale avrebbe detto abbassando il tono della voce: “Ca s anna metter’ e sord“.

Maxi sequestro alla famiglia Bosti da 9 mln di euro: soldi, gioielli, diamanti e orologi di lusso

Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Napoli, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e lo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro denaro contante per oltre 4 milioni di euro, in aggiunta a numerosi preziosi, oggetti aurei, diamanti e 48 orologi di lusso il cui valore – ingentissimo e comunque non inferiore a 5 milioni di euro – è in corso di stima.

Il sequestro è stato eseguito nel corso della perquisizione effettuata nei confronti di uno dei quattro destinatari dell’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione mafiosa, minaccia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dalla finalità agevolativa del clan Contini.

La perquisizione effettuata nell’abitazione di uno degli indagati, Luca Esposito, ha permesso di scoprire un caveau abilmente occultato e schermato con lastre in ferro, la cui localizzazione è stata possibile grazie a strumenti tecnologicamente avanzati, al cui interno è stato rinvenuto il “tesoro” sottoposto a sequestro.

Sulla base delle risultanze investigative, il destinatario del sequestro avrebbe riciclato i proventi di truffe perpetrate mediante la rivendita di orologi di lusso in società intestate a soggetti prestanome, operanti nei settori della gestione di rifiuti ferrosi, della telefonia e della locazione di immobili e dedite all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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