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HomeCronacaIl boss Pagano come Johnny Depp e Al Pacino:«C'era sangue ovunque»

Il boss Pagano come Johnny Depp e Al Pacino:«C’era sangue ovunque»

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Un omicidio che sembra venir fuori dalle migliori sceneggiature hollywoodiane. L’omicidio di Ciro e Francesco Russo e di Vincenzo Moscatelli (per quei delitti ieri i carabinieri del nucleo investigativo hanno notificato sei ordinanze per omicidio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni nonché occultamento di cadavere, tutti reati aggravati da finalità mafiose. De-stinatari Carmine Amato, Cesare Pagano, Francesco Biancolella, Lucio Carriola, Mario Riccio e i due ex Lo Russo Oscar Pecorelli e Oreste Sparano). sembra infatti preso da un film: tante, troppe le anomalie con uno dei successi cinematografici di sempre, quel Donnie Brasco celebrato tra il gotha della ‘settima arte’ grazie anche all’interpretazione straordinaria di Johnny Depp (nei panni dell’agente in incognito Joe Pistone alias Donnie Brasco ossia colui che per cinque anni si infiltrò nella famiglia Bonanno di Brooklyn) e di Al Pacino (nei panni del gangster Benjamin ‘Lefty’ Ruggiero).

L’omicidio di ‘Doberman’ e dei suoi avvenne infatti con le stesse anomalie con cui i Bonanno fecero fuori Dominick Trinchera, Philip Giaccone e Al Indelicato: tre vecchi gangster che avevano fatto la storia delle ‘Cinque famiglie’. Anche in quel caso i tre furono attirati in trappola in un appartamento e uccisi in una piccola stanza (come poi ricostruito fedelmente nel film). Dopo i tre furono fatti a pezzi e i loro corpi messi in grossi sacchi di cellophane. Antonio Caiazza, ex colonnello degli Amato-Pagano ha invece raccontato ai magistrati dell’Antimafia i particolari del triplice delitto di Mugnano:«Fu Cesare Pagano a indicarmi il posto dove dovevano recarmi per andare a pulire la casa dove era stato compiuto l’omicidio.Io non conoscevo neanche i nomi dei morti. Quando sono entrato c’era sangue ovunque e un cadavere a terra con due colpi in testa.Poi ho saputo essere Francesco Russo, suo figlio inginocchiato su un lettino e l’altro a terra ma con la testa sul divano – dice Caiazzo – Non c’era nulla per poter pulire la casa, cosi’uscii e andai a comprare i secchi per lavare a terra, la varechina, i guanti e le buste di plastica. Una volta ripulito tutto denudammo i cadaveri e li mettemmo nel cellophane». Il pentito spiega di aver caricato i corpi in un’auto e di aver bruciato i vestiti in un terreno a Mugnano. Come al cinema. Più del cinema.

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