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venerdì, Marzo 29, 2024
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Il killer che disegnava i volti delle sue vittime: «Ne ho uccise 90, trovatele»

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Sedici ritratti di sedici donne. Sono tutte vittime di un serial killer, e solo due hanno un nome. L’Fbi chiede aiuto agli americani per identificare i giovani volti ancora ignoti, che lo stesso aguzzino ha disegnato. I ritratti sono stati resi pubblici due giorni fa, con un appello: «Speriamo che i parenti o gli amici riconoscano queste giovani e ci aiutino a identificarle» ha detto il portavoce del Bureau.

LA CONFESSIONE
L’uomo che ha rubato queste vite ha confessato di averne ben di più sulla coscienza, addirittura più di novanta. E se il numero sarà confermato, l’ex pugile Samuel Little diventerà il serial killer più prolifico nella storia americana. Rinchiuso in prigione in California per tre omicidi del 2012, Little collabora da tempo con le autorità, ma lui stesso non ricorda più dove e quando ha ucciso le sue vittime. Sa di aver cominciato ad ammazzare nel 1970, e di aver continuato fino a che non è stato arrestato per i tre delitti californiani, ma l’età e le malattie gli hanno affievolito la memoria. A 78 anni, l’omicida è ammalato di cuore, e il diabete lo ha costretto su una sedia a rotelle. Solo di recente lui stesso si è offerto di riprodurre alcuni dei volti, disegnandoli.

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L’OFFERTA
Ma l’offerta non sembra venire da un desiderio di redenzione. Anzi, accettare questo tipo di aiuto non è stato facile per gli agenti del Bureau: «Quando parli con lui ti accorgi che si eccita al ricordo», ha detto il detective Bernie Nelson. Little uccideva infatti per piacere sessuale. «Ti guarda negli occhi e ammette di averlo fatto – dice ancora Nelson – Gli piace ricordare gli omicidi e raccontare come strangolava le sue vittime. È un mostro». I disegni sono comunque già stati utili. Dei sedici ritratti, due sono stati identificati come casi freddi in Maryland e Arkansas. Gli altri 14 rimangono in attesa di riconoscimento. In totale il numero di vittime ancora senza nome sarebbe dunque 54. Delle 93 donne che l’uomo sostiene di aver ucciso, l’Fbi ne ha potuto identificare finora solo 36. Gli agenti hanno trovato che le descrizioni del killer corrispondevano a casi archiviati come overdose o incidente.

I GHETTI
Per sfuggire alle autorità, Little uccideva tossicodipendenti o prostitute, e in un’intervista alla rivista New York ha spiegato di aver sempre scelto le sue vittime in modo che la loro morte non suscitasse curiosità: «Sono rimasto nei ghetti» ha rivelato cinicamente. Non solo: l’ex pugile ha vagato di Stato in Stato, rendendo più difficile collegare il modus operandi dei vari omicidi. La maggior parte dei suoi crimini, per di più, è avvenuta in un’epoca in cui non esisteva ancora la raccolta del Dna, e non era stato creato il database di ogni crimine violento, il Violent Criminal Apprehension Program.

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