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Il sistema perfetto dello spaccio a Caivano, la roccaforte nel Parco Verde

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Un’organizzazione complessa, con importanti canali di rifornimento e ramificazioni in grado di fornire un’ampia scelta nell’acquisto di droghe di ogni genere, in grado di imporsi con la forza su tutto il territorio, minacciando i gestori delle piazze di spaccio al fine di indurli ad acquistare la droga da loro, pena la “chiusura” della piazza se non l’eliminazione fisica del gestore che non si fosse allineato. Questo il quadro delineato dagli investigatori sul clan Ciccarelli di Caivano, egemone nel parco Verde, ritenuti veri e proprio monopolisti nel mondo dello spaccio, attuato o direttamente attraverso suoi ‘”ragazzi” o da soggetti che da lui si riforniscono di cocaina. I ras del Parco Verde hanno imposto la loro forza anche in territori limitrofi come Frattaminore e Arzano, imponendo ai clan della zona di comprare la droga dai loro fornitori. A ricostruire la potenza criminale dei Ciccarelli è, tra gli altri, il pentito Gennaro Masi, che ha orbitato nel clan dal 2013 al 2016.

Masi ha raccontato della fortissima vocazione del clan alla gestione del traffico di droga, “il cui commercio era organizzato in maniera articolata e complessa, in varie forme, talora concorrenti, vuoi in fase di approvvigionamento, vuoi in fase di distribuzione e smercio e di gestione delle piazze di spaccio”. La droga era destinata alle innumerevoli “piazze” che costellavano il comune di Caivano ed in particolare al Parco Verde, che erano controllate da dal clan. Il rapporto tra il clan e la piazza di spaccio era o di totale compenetrazione, venendo il punto-vendita controllato e organizzato direttamente, o di dipendenza indiretta, nel senso che la gestione era demandata a soggetti (intranei o meno all’associazione camorristica) che da un lato, erano obbligati a rifornirsi dal clan e, dall’altro, avevano la garanzia di poter acquistare illimitati quantitativi, anche “in conto vendita”, ed ai quali la struttura garantiva l’immanenza territoriale e i diritti di esclusiva, impedendo con la forza l’ingresso nel “mercato” a chiunque non facesse parte del “sistema”.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma