Tra i grandi accusatori di Marco Di Lauro, raggiunto nei mesi scorsi da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio di Ciro Maisto, c’è sempre lui. Salvatore Tamburrino, il superpentito che sta riempiendo pagine e pagine di verbali contro il suo ex clan. Anche sull’omicidio di ‘mellone’ fondamentali, per gli inquirenti, si sono rivelate le sue dichiarazioni. Per quell’omicidio sono in carcere Nunzio Talotti, Pasquale Spinelli e Gennaro Vizzaccaro, altri esponenti apicali del gruppo del Terzo Mondo.
Le accuse di Tamburrino a Di Lauro
«Fu Pasquale Spinelli a raccontarmi le circostanze del fatto quando venni scarcerato. Fu Spinelli che mi disse di essere andato a bussare a Maisto per farlo scendere e si era portato il motorino dietro la villa dicendo ‘ci sono gli amici che ti vogliono parlare’ facendo i nomi di Nunzio Talotti e Raffaele Musolino e disse che alla villa c’era pronto Antonello Faiello che gli sparò. Chiesi allo Spinelli dei motivi che avevano spinto il clan ad ucciderlo, poichè Maisto era un affiliato storico ai Di Lauro, che aveva commesso anche omicidi per il clan medesimo. Spinelli disse che era un periodo che il Maisto era incontrollabile, trattava male i ragazzi e diceva cose del tipo ‘se io mi giro con gli scissionisti i Di Lauro hanno un problema’. Disse Spinelli che a Marco Di Lauro queste parole avevano dato fastidio ed ordinò di uccidere Maisto».
Le dichiarazioni del pentito Lombardi
Oltre Tamburrino fondamentali si sono rivelate le rivelazioni di altri collaboratori di giustizia tra cui Vincenzo Lombardi, un altro ras che aveva avuto contrasti con Talotti:«L’omicidio eli Maisto, per come raccontatomi da Raffaele Musolino, che confermò quello che avevo giù intuito, fu commesso da quattro persone. Spinelli Pasquale andò a prendere Maisto, che usciva du casa sempre armato con il motorino, Antonello Faiello, portato da Gennaro Vizzaccaro era già nascosto nei giardinetti dellu Villa Comunale. Spinelli, si fermò nei pressi della villa comunale fìngendo di dover andare al bagno. Poiché Maisto era cresciuto con Spinelli e si fidava, non ebbe modo di difendersi da Faiello che aspettava dietro il muretto. Costui gli arrivò da dietro e sparò alla nuca del Maisto che morì sul colpo. Spinelli prese da terra le due pistole di Maisto che costui teneva addosso. Sono quindi venuti dietro l’associazione facendo finta dì niente, La gente arrivava dicendo che avevano animavate o Mellone, il sopranome di Maisto Ciro».