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giovedì, Marzo 28, 2024
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Tragedia di Bologna, il camionista-eroe casertano: “Peggio del terremoto dell’80”

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Il bilancio del terribile incidente di Bologna, zona Borgo Panigale dello scorso 6 agosto conta un morto e centinaia di feriti. La vittima è il 42enne del comune vicentino di Agugliaro Andrea Anzolin: c’era lui alla guida del tir che ha tamponato il camion poi esploso.

Fortunatamente tanti sono stati anche i superstiti. Tra loro Antonio Verdicchio, 45enne camionista casertano che ha riportato la rottura del setto nasale e ustioni di secondo grado in testa, al collo, alla spalla e al braccio. Lunedì pomeriggio sul raccordo di Bologna è stato il primo ad essere travolto dal tir che trasportava Gpl, tanto da sfondare il newjersey con il suo mezzo pesante.

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“Ho visto il camion che si avvicinava”

Queste le sue dichiarazioni sull’incidente di Borgo Panigale rilasciate a ‘Bologna Today’: “Eravamo fermi perché c’era stato un piccolo incidente tra un paio di auto più avanti – racconta – mantenevo la giusta distanza e dallo specchietto retrovisore ho visto questo camion che si avvicinava, fino a quando  mi sono reso conto che non avrebbe franato. Il tempo di girare lo sterzo e sono stato travolto, finendo sulla bisarca. Qualcuno lassù ha voluto che mi salvassi perché ho avuto solo il tempo di slacciare la cintura e iniziare a correre. Dietro di me c’erano solo fiamme, e sapendo cosa avevo nel camion, cioè solvente per vernici riciclati, poteva incendiarsi anche il mio mezzo”.

“Un urto violentissimo”

Verdicchio ha poi continuato: “È stato un urto violentissimo, e il camion che portava gpl era completamente avvolto da fiamme altissime. Tutti hanno iniziato a correre nella mia direzione per cercare di prestarmi soccorso e capire cosa fosse accaduto. Ma io ho iniziato a urlare dicendo di non venirmi incontro perché era pericoloso, gridavo a tutti di allontanarsi”.

Poi l’esplosione: “È stato peggio del terremoto dell’Irpinia dell’80 che ho vissuto in prima persona. Ero a circa duecento metri di distanza con la polizia,  che aveva messo in sicurezza gli altri automobilisti quando siamo stati travolti. L’onda d’urto ci ha fatto cadere, tutti urlavano , un inferno. La mia maglia si è incendiata, avevo fiamme ovunque ma non neanche io come ma sono vivo. Due volte in pochi minuti – incalza – Prima sono stato travolto da un tir che è stato avvolto dalle fiamme e poi da una bomba di fuoco“.

Fortunatamente dopo le cure Verdicchio oggi è a casa, insieme alla famiglia, e ha un solo pensiero: “Io sono vivo ma penso spesso al camionista che ha perso la vita e alla sua famiglia, a cui vanno le mie più sentite condoglianze. Sono 26 anni che faccio questo mestiere, lo amo, e nonostante quello che è successo tornerò presto alla guida”.

 

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