A dieci anni dalla scomparsa di Luigi
Ciaramella, che perse la vita il 31 luglio del 2008 sulla strada
Ischitella-Madonna del Pantano, fa passi avanti il processo che vede
coinvolti ben cinque indagati.
Alle ore 13:20 di mercoledì 28 novembre, è cominciata ufficialmente la
deposizione dell’ingegnere Alessandro Lima. Il controesame a cui è stato
sottoposto il consulente tecnico della famiglia Ciaramella da parte
degli avvocati difensori di tutte le parti e del P.M. è avvenuto sotto
gli occhi del giudice, dott.ssa Alessandra Cesare. Il confronto è durato
circa un’ora, arco di tempo durante cui l’avellinese ha risposto a tutti
gli interrogati a lui posti ed alle opposizioni poste in essere dalle
difese degli imputati. L’attenzione è stata posta sull’installazione del
palo contro il quale è andato a scontrarsi la vettura guidata dalla
vittima della strada, riguardo al quale sono sorte domande inerenti la
necessità o meno di una sua protezione. Il perito ha precisato che
“l’urto contro il palo, è stata la causa delle notevoli deformazione
patite dall’auto e di rimando la causa principale della morte del
ragazzo”. Al centro del dibattito è stato posta la questione
dell’installazione del palo a ridosso della statale riguardo cui il
professionista ha affermato che “la posizione dello stesso non è
rispondente alle norme vigenti dal 1992, ovvero dall’entrata in vigore
del vigente Codice della Strada”. Soddisfatto l’Avvocato Davide Tirozzi
per la deposizione del teste.
“La strada luogo della tragedia – dice Biagio Ciaramella –è stata
oggetto di lavori di allargamento nel corso dell’anno 2001, circostanza
che avrebbe ridotto maggiormente la distanza tra il palo e la
carreggiata e che avrebbe dovuto indurre l’ente gestore della strada a
proteggere lo stesso per mezzo di barriere di sicurezza o delocalizzare
il palo in una zona sicura. Come stiamo ripetendo dai primi giorni
successivi all’accaduto, le nostre perplessità sono fondate e il tempo
ci sta dando ragione. Indubbiamente, si sono sommate tutta una serie di
condizioni che oggi ci lasciano ancora dubbiosi e che ribadiamo da
tempo: perchè il palo non è stato posto all’interno del terreno attiguo
per una distanza di almeno sette metri, come stabilito dalla legge? Chi
ha deciso che il palo dovesse ancora trovarsi in quella posizione,
l’Enel o il proprietario del terreno? Perché la Provincia non si è
impegnata per coprire a dovere il palo assassino, magari utilizzando il
guard rail? Ricordo che, nonostante le reiterate denunce in merito fatte
dal sottoscritto direttamente in sede provinciale, non è cambiato ancora
nulla ed è solo per un puro caso che non sono morte altre persone.
Lanciamo un campanello d’allarme: la strada è pericolosa ed il palo
veste i panni di un vero e proprio killer. Che cosa sarebbe successo se
il viottolo di campagna sarebbe stato chiuso prima della fatalità?
Qualcuno doveva vigilare e chi non ha vigilato è sotto inchiesta”.
A ribadire la sua vicinanza alla famiglia Ciaramella, è il presidente
dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada
(A.I.F.V.S.), Alberto Pallotti, il quale ha voluto sottolineare
l’importanza dell’impegno sul territorio del responsabile di sede,
Biagio Ciaramella, e per la battaglia sociale che “portiamo avanti su
piano nazionale quotidianamente, al fine di individuare le lacune delle
infrastrutture pubbliche, le concause e i relativi fattori esterni”.
Morte Luigi Ciaramella, deposizione nel processo sull’incidente del giovane tra Ischitella e Giugliano
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