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“La camorra è arrivata in Serie B”, Gratteri parla dell’indagine sulla Juve Stabia

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Gli spostamenti della squadra, la sicurezza, il beveraggio, le gestione dei biglietti: tutto era nelle mani della camorra“. Così il procuratore Nicola Gratteri ha ricostruito l’infiltrazione della criminalità organizzata nella Juve Stabia nel corso della conferenza stampa che si è tenuta stamattina alla Procura di Napoli. La società di calcio di Castellammare, che partecipa al campionato di Serie B, è finita in amministrazione giudiziaria per infiltrazioni mafiose.

Come ha ricordato il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, “si tratta del terzo caso in Italia: prima della Juve Stabia ci sono stati analoghi provvedimenti per il Foggia Calcio e il Crotone Calcio”. Questa volta però la mafia è arrivata fino alla Serie B, ”E questo fa scalpore”, sottolinea ancora Gratteri.

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L’indagine sull’infiltrazione della camorra nella Juve Stabia

Stamattina il personale della Polizia di Stato della Questura di Napoli e del Servizio
Centrale Anticrimine ha dato esecuzione al decreto applicativo della misura di prevenzione
dell’amministrazione giudiziaria, emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione il 13 ottobre 2025 nei confronti della Juve Stabia, con sede legale in Castellammare di Stabia. 

Il provvedimento è stato adottato su proposta congiunta del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Mellillo, del Procuratore di Napoli Nicola Gratteri e del Questore di Napoli Maurizio Agricola, a seguito di un’articolata attività investigativa e di analisi patrimoniale che ha consentito di accertare un sistema di condizionamento mafioso dell’attività economica della società calcistica da parte del clan D’Alessandro.

La misura dell’amministrazione giudiziaria, di natura non ablativa, è finalizzata, al ripristino della legalità e della trasparenza gestionale, interrompendo il circuito di agevolazione mafiosa, di fatto instauratosi e restituendo alla società condizioni di autonomia, correttezza e regolarità operativa.

Il video del blitz

Le dichiarazioni dei pentiti

Le indagini, confortate anche da convergenti contributi dichiarativi di collaboratori di giustizia e dagli esiti delle registrazioni di alcuni colloqui in carcere di detenuti in regime di 41 bis, tra l’altro anche del clan Cesarano, hanno riscontrato come la gestione di numerosi servizi connessi allo svolgimento delle competizioni sportive della squadra sia stata, nel tempo e contestualmente, affidata a imprese e soggetti con profili di contiguità al clan D’Alessandro – nei settori strategici della sicurezza, del ticketing, della bouvetteria, delle pulizie e dei servizi sanitari, nonché, fino al 2024, del trasporto della prima squadra – configurandosi di conseguenza un oggettivo sistema di condizionamento mafioso dell’attività economica della società.

Biglietti, bus e pulizie: il controllo del clan D’Alessandro sulla Juve Stabia

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