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mercoledì, Giugno 26, 2024
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“La camorra si divide i morti negli ospedali”, il pentito rivela il racket delle pompe funebri

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Il clan Contini si sarebbe occupato anche della gestione dei pazienti deceduti all’ospedale San Giovanni Bosco. Il giro d’affari sul Caro Estinto avrebbe permesso all’organizzazione di arricchirsi attraverso le ditte delle pompe funebri e alla complicità di alcune talpe all’interno della struttura sanitaria.

Nel novembre del 2020 Teodoro De Rosa ha raccontato la gestione dei deceduti e del ruolo di Gennaro Manetta:Genny Maradona interviene anche con le pompe funebri quando si muore in ospedale. Quando passa il morto al fratello di M. per il San Giovanni Bosco il compenso va integralmente la clan. Diversamente il fratello di M. deve corrispondere una percentuale al clan se si tratta di decessi verificatisi in altri ospedali. Per le pompe funebri c’è una spartizione per ospedali legata alla criminalità organizzata del luogo in cui insiste l’ospedale“.

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Il pentito dell’Alleanza di Secondigliano ha fatto un esplicito riferimento al sistema camorristico e alla relativa spartizione territoriale: “Se si deve prendere il morto in una zona diversa da quella di competenza del clan cui e collegata la ditta di pompe funebri allora e necessario che la ditta corrisponda una quota l clan. Nel caso in cui il morto venisse gestito da Massimo Botta, genero di Eduardo Contini,  il clan non percepiva alcuna percentuale. La sala Morgue dell’Ospedale, relativa ai decessi, in quel periodo era gestita quali dipendenti dell’Ospedale da un certo ‘o C. e da altro soggetto entrambi picchiati perché avevano consentito l’accesso a ditte di pompe funebri diverse da quelle del clan“.

Il profilo di Manetta ‘Maradona’

Il clan Contini aveva tra le sue fila un’affiliato in grado di mimetizzarsi nel mondo di mezzo tra la criminalità e la politica. Manetta è accusato di aver gestito la cassa del clan tenendone anche la contabilità insieme a Gaetano Esposito. I due si sarebbero occupati anche di distribuire le mesate alle famiglie degli affiliati detenuti per fronte alle loro spese legali, inoltre, avrebbero custodito i soldi dell’organizzazione utili a comprare la droga.

Il pentito Teodoro De Rosa nel novembre del 2020 ha parlato di Manetta: “Gestisce un CAF nel Rione Amicizia. E’ una copertura per svolgere indisturbata l’attività delle truffe ovvero la gestione delle case popolari sempre nell’interesse del clan. Infatti lo abbiamo fatto eleggere come consigliere comunale. E’ uno dei perni principali che interviene sull’ala politica quando e necessario una attività nella zona di competenza dei Contini. Genny Maradona gestisce gli interventi privati presso il san Giovanni Bosco“. Il collaboratore di giustizia confonde la carica del 45enne che venne eletto consigliere nella Terza Municipalità di Napoli nel 2016.

La cattura di Manetta

Lo scorso 14 giugno i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, con la collaborazione di agenti della Polaria, hanno catturato Gennaro Manetta. Il 45enne era sfuggito alla cattura durante l’operazione di due giorni fa che ha dato un duro colpo al clan Contini: il cosiddetto Genny Maradona era negli Stati Uniti ed è stato bloccato una volta atterrato all’aeroporto Capodichino. Difeso dall’avvocato Salvatore D’Antonio, Manetta appena ha appreso dell’ordinanza a suo carico ha deciso di tornare in Italia per chiarire la sua posizione davanti ai giudici.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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