L’influenza mette a letto ancora quasi un milione di italiani in una settimana, ma l’incidenza dopo la crescita dei casi delle ultime settimane è in calo segnando il possibile superamento del picco stagionale.
Gli ultimi dati del sistema di sorveglianza “RespVirNet” dell’Istituto superiore di Sanità fanno registrare 973mila casi contro il milione e 21mila della settimana precedente.
L’influenza costringe a letto più di un milione di italiani, in crescita polmoniti e virus respiratori
Da inizio stagione sono stati colpiti dai virus respiratori oltre 9,8 milioni di italiani, numeri alti ma che difficilmente raggiungeranno il record della stagione precedente quando furono oltre 14,6 milioni le persone messe a letto. In questi giorni tra le persone colpite anche Papa Francesco, che da giorni soffre di una bronchite. Tra le caratteristiche dell’influenza di quest’anno ci sono sintomi che a volte sembrano durare più a lungo oltre che a un picco di polmoniti soprattutto tra i più fragili.
Il livello d’incidenza attualmente in Italia è pari a 16,5 casi per mille assistiti (17,4 nella settimana precedente), mentre l’incidenza è stabile nelle fasce di età pediatrica e in lieve diminuzione nei giovani adulti e negli anziani.
Maggiormente colpiti i bambini sotto i cinque anni di età, in cui l’incidenza è pari a 43,0 casi per mille assistiti (43,7 nella settimana precedente). Le Regioni più colpite sono Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia e Sardegna.
La spiegazione del virologo: “Boom dovuto a freddo intenso e riapertura delle scuole”
“La stagione influenzale – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco – quest’anno è partita più in avanti del solito” da un punto di vista temporale, “e sembrava che fosse una stagione tranquilla, ma subito dopo la riapertura delle scuole, complici sì le scuole ma soprattutto questo freddo intenso che è subentrato solo in questo periodo”, si è creata la condizione che “ha facilitato la diffusione dei virus influenzali, ma anche del virus respiratorio sinciziale (Rsv), o del metapneumovirus”.
Con l’impennata dei casi di sindromi simil-influenzali delle ultime settimane sono cresciute anche le polmoniti e, con esse, la pressione su medici di famiglia e ospedali, che spesso sono costretti a trattenere a lungo i pazienti in pronto soccorso in attesa che si liberi un posto in reparto. È l’allarme lanciato da diverse società scientifiche. Oltre ai virus influenzali, contribuiscono alla crescita dei contagi, tra gli altri, il Virus Respiratorio Sinciziale, SarsCoV2, Rhinovirus, il Metapneumovirus.
Non va meglio sul territorio tra gli studi gestiti dai medici di famiglia. “Studi, ambulatori, visite domiciliari sono di fronte a una grande pressione. Siamo al massimo impatto epidemiologico”, spiega Alessandro Rossi, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. A complicare le cose, le caratteristiche dell’influenza di quest’anno che tende a protrarsi per diversi giorni e comunque più del solito: in particolare “la forma acuta con febbre dura 3-4 giorni, seguiti da una fase di sintomi come astenia, cefalea, dolori muscolari. C’è il rischio di prescrizioni inappropriate di antibiotici che dobbiamo cercare di gestire e governare”, conclude il medico che invita a “migliorare le coperture vaccinali, poiché siamo lontani dalle coperture ottimali”.