Non ha risposto alle domande del pm, ha detto di non ricordare niente e di non sapere cosa gli stessero chiedendo. Il 19enne di Mugnano Salvatore Sannino, accusato dell’omicidio del 18enne Nicola Mirti, accoltellato sulla spiaggia a Varcaturo, non ha saputo dare spiegazioni sul suo gesto. Sannino risulta incensurato, lavora come barbiere a Mugnano. Contro di lui ci sono alcune testimonianze e le immagini di una telecamera che avrebbe inquadrato la scena dell’aggressione.
Così è emerso che l’omicida ha ferito con due coltellate al torace al 18enne con una lama a molla di circa 20 centimetri, sequestrata dai poliziotti del commissariato di Castel Volturno. Proprio le ferite profonde hanno provocato la morte della vittima, un’ora dopo l’arrivo all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.
Non è ancora chiaro perché i due giovani si odiassero a tal punto da portare a compiere un reato così grave un 19enne senza precedenti penali, uscito di casa con un coltello forse sapendo di trovare nello stabilimento balneare il suo nemico. Secondo gli investigatori della polizia avrebbero litigato a settembre scorso per vicende accadute nella zona delle palazzine di Mugnano, che entrambi frequentavano. Nelle ore seguenti l’agguato la pista principale battuta era quella del regolamento di conti per questioni di droga. Nicola Mirti non aveva precedenti penali, ma il 29 aprile scorso era stato arrestato per il possesso di due grammi di cocaina di cui aveva tentato inutilmente di liberarsi per sottrarsi alla cattura. Ma col passare del tempo sembra esserci altri, di molto più profondo, anche perché parliamo di due ragazzini che non avrebbero certamente potuto muovere grossi quantitativi di droga. Quindi sicuramente c’è qualcos’altro che ha portato i due a scontrarsi, nei mesi o settimane precedenti. Affari illeciti? Gelosie?
Gratteri sull’omicidio Mirti: “Occorrono più telecamere, sono decisive per scoprire reati”
A margine della conferenza stampa tenuta per illustrare i dettagli sull’indagine dell’immigrazione clandestina, Nicola Gratteri è intervenuto su quanto accaduto domenica a Varcaturo, dove Nicola Mirti, un ragazzo di 18 anni, è stato ucciso a coltellate da un coetaneo.
“Succede più o meno nelle grandi città o nelle periferie di esse dove i giovani viaggiano armati come minimo con il coltello e alla prima occasione lo usano – le parole di Nicola Gratteri ai giornalisti -. È un decadimento morale o etico e c’è una crisi della famiglia dove i genitori non ci sono, magari sono in carcere tutti e due o uno è morto ammazzato. Si tratta di giovani che vivono per la strada”.
“Io qualche volta vedo alle dieci di sera bambini di 10 anni che girano per le strade di Napoli e non capisco dove sono i genitori – continua il Procuratore -. Non capisco perché alle 11 di sera questi bambini sono in giro per la città. Poi questi tra 4 o 5 anni non li terrai in nessun modo a casa. È ovvio che questa è gente che facilmente sarà reclutata in futuro dalla camorra e oggi per strada si nutrono, vivono di questa violenza. Io non ho mai visto in una grande città come Napoli così tanta presenza di forze dell’ordine: polizia, carabinieri e finanza. Soprattutto nel centro storico o nelle aree della movida c’è una forte presenza delle forze dell’ordine. È ovvio che non basta, perché non c’è la possibilità di mettere una macchina per ogni via”.
“L’unica possibilità che c’è è quella di comprare telecamere – conclude -. Se noi avessimo soldi o la possibilità di fare progetti e mettere le telecamere in tutta la provincia di Napoli saremmo più sicuro. Guardate che tanti reati vengono scoperti grazie alle telecamere non ad altro, non è che c’è la collaborazione dei cittadini”.
La mamma di Nicola Mirti: “Mio figlio era un bravo ragazzo, ergastolo al killer”
Luisa Caso, madre di Nicola Mirti, il giovane accoltellato a morte su un lido a Varcaturo, ha rilasciato un’intervista a Il Mattino per chiedere giustizia per suo figlio.
Nel suo racconto, emerge il dramma di una famiglia sconvolta dalla violenza. “Ero a casa quando ho ricevuto la telefonata di mio figlio Antonio: mi diceva che Nicola era stato colpito da più coltellate e si trovava in ospedale a Pozzuoli. Mi si è gelato il sangue”, racconta Luisa, ancora sotto shock per quanto accaduto.
Nicola, descritto dalla madre come un ragazzo dal cuore grande, è diventato l’ennesima vittima di un fenomeno che, secondo Luisa, non accenna a fermarsi. “Ne sono morti tanti e continueranno a morire. I giovani seguono modelli sbagliati, si armano con troppa facilità. Nicola no. Lui era un bravo ragazzo, poteva rispondere a parole, ma mai con la violenza.”
Un dolore insopportabile che non può essere colmato da alcuna pena: “Vorrei l’ergastolo per chi commette atti del genere, ma so che nessuno potrà restituirmi mio figlio. Non sentirò più la sua risata, i suoi abbracci, il suo sorriso che metteva allegria a tutti.”
Nonostante il dramma, Luisa non si sente di giudicare la madre di chi ha tolto la vita a suo figlio: “Noi mamme viviamo per i nostri figli.” Ora, la sua forza viene da Antonio e da Gioele, il più piccolo della famiglia, che ricorda tanto Nicola.