Una tazzina di caffè rischia per davvero di arrivare a costare 2 euro. L’allarme si sussegue da diversi mesi, dopo che già l’anno scorso Assoutenti e Fipe Confcommercio evidenziarono aumenti del 15%, dal 2021, sul prezzo di una tazzina di caffè al bar.
A riportare i virgolettati che seguiranno, il Corriere del Mezzogiorno.
L’ombra del “caro caffè” si abbatte su Napoli, rischio aumento fino a 2 euro a tazzina
E gli stessi consumatori, dalla pandemia in poi e almeno a Napoli, hanno visto passare il costo di un espresso al banco da 0,90 centesimi, a 1 euro e 20 o 1 euro e 30. «Se chiediamo due euro per una tazzina i clienti ci bastonano», afferma Antonio, uno dei baristi del Caffè Augustus su via Toledo, al Corriere del Mezzogiorno.
«Il caffè rischia così di diventare non più un piacere ma un lusso», afferma Cristian Moscatelli, il titolare del Caffè Roma su via Toledo. «Qui da noi – prosegue – rispetto a qualche anno fa il consumo al banco è diminuito, e se la tazzina dovesse toccare i due euro, la vendita andrà a picco. Già ora – aggiunge – in molti uffici se prima si ordinava l’espresso al bar, ora si preferisce ricorrere alla cialda. E pure la tradizione del caffè sospeso si è notevolmente ridotta in questi anni».
Tra gli esercenti il timore è che il prezzo dei chicchi di caffè continui a salire. «Speriamo che il prezzo scenda come è accaduto con il cacao – confida Monica Sgambati, titolare del Caffè Mexico a piazza Dante – perché un euro e trenta per una tazzina è già tanto».
Tra i commercianti c’è chi va “controcorrente”
Ma c’è chi, nonostante tutto, va “controcorrente”. E quindi parliamo di chi non crede che i napoletani possano, nonostante il prezzo, rinunciare ad un rito quotidiano così diffuso come quello del caffè. Pasquale, uno dei baristi del Caffè del Professore in piazza Trieste e Trento, parla cosi: «La nostra clientela abituale sarebbe anche disposta a pagare una tazzina due euro. Certo – poi riflette – anziché 5 caffè al giorno in tanti si fermerebbero a uno. Solo i turisti – prosegue – possono spendere due euro per un espresso e pensare di averlo pagato poco».
«I turisti del Nord Europa e del Nord America – precisa, poco più avanti, Michele Sergio, del Caffè Gambrinus –, che nei rispettivi Paesi spendono anche 4 euro per un espresso. Qui da noi – spiega – nei Caffè più noti e prestigiosi come il nostro la tazzina al banco non costa più di un euro e ottanta, mentre a Venezia e a Firenze, città turistiche per eccellenza, si superano i 2 euro».
«Per i coltivatori – dice Sergio – è diventato più redditizio produrre cacao, perché è più richiesto dai consumatori. Poi ci sono Paesi come la Cina, la Corea del Sud, dove i consumi di caffè stanno aumentando significativamente soprattutto tra la fascia giovanile della popolazione. E Paesi, come l’Inghilterra, che se prima preferivano il tè, ora non ci rinunciano, ma aggiungono anche il consumo di caffè».
Quanto ai timori di una speculazione sulla materia prima l’esercente ricorda che qualità come Arabica e Robusta, essendo caffè quotati alla borsa di Londra e New York, potrebbero, come altri prodotti, subire le oscillazioni del mercato. «Sicuramente una tazzina di caffè a 2 euro – conclude – rischierebbe di far scomparire molti bar».

