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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Latitante del Rione Traiano catturata, è la madre del ras che ispirò la scissione

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Un’azione fulminea. Quella degli uomini della squadra mobile che questa mattina hanno catturato a Castelvolturno, località Pescopagano, Maria Ivone. La donna, originaria del Rione Traiano nonchè imparentata con gli Stolder della Maddalena, si era data alla latitanza perchè destinataria di un ordine di carcerazione a un anno e sei mesi per associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti. La donna finì in manette nel maxi blitz del gennaio 2017 in cui ben 86 persone finirono in manette: i carabinieri in quell’occasione ricostruirono l’intera filiera dello smercio su strada con intere famiglie intente a confezionare la droga da vendere all’interno di bunker blindati e sorvegliati costruiti nei sottoscala degli edifici del rione. L’arresto di Maria Ivone effettuato dalla Mobile arriva al termine di una complessa attività investigativa. La donna è un personaggio molto conosciuto alle cronache: è la suocera di Ciro Puccinelli, uno dei reggenti dell’omonimo gruppo del Rione Traiano, ma è soprattutto la madre di Emanuele Manauro ‘o lion, giovane ras che insieme a Salvatore Lazzaro fu tra i promotori della scissione dai Puccinelli-Petrone, faida ricostruita dal collaboratore di giustizia Genny Carra. Una guerra che divenne una questione tutta in famiglia per la donna che vide fronteggiarsi da un lato il figlio e dall’altro il genero ‘erede’ del gruppo ai vertici della mala flegrea (leggi qui l’articolo).

La faida del Rione Traiano spiegata dai pentiti

Sono stati diversi collaboratori di giustizia a svelare il nuovo gruppo dirigente del Rione Traiano. I vari Genny Carra, Emilio Quindici e Raffaele Dello Iacolo hanno illustrato agli inquirenti il sistema dell’area occidentale di Napoli e la gestione delle diverse piazze di spaccio a partire dalla divisione del rione in due gruppi, da una parte i Puccinelli-Petrone mentre nella parte bassa, quella della ’44’, i Cutolo (leggi qui l’articolo precedente). Oltre a loro vi sono diverse intercettazioni che dimostrano come il gruppo degli Scissionisti di Salvatore Lazzaro e Salvatore Barile volesse uccidere il figlio del boss del Rione Traiano.

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Le parole di Genny Carra su Salvatore Petrone

Carra, ex colonnello dei Cutolo, ha lungamente parlato dei rapporti del suo ex gruppo con i Puccinelli-Petrone:«Con il clan Puccinelli siamo alleati. Ogni tanto ci sono piccoli contrasti. Adr. E’ vero per conte mi chiede che il clan Cutolo controlla la parte bassa del Rione Traiano mentre il clan Puccinelli la parte alta. In particolare per la gestione della droga. Preciso che il clan Cutolo controlla però interamente la Loggetta. Anzi quando sono stati arrestati i titolari delle piazze di spaccio nella ordinanza che ha riguardato il clan Puccinelli, in realtà quelle piazze erano quasi tutte nostre. Con i Puccinelli facevamo riunioni una due volte alla settimana. In realtà mi sono reso conto che a comandare il clan Puccinelli è Salvatore Petrone detto o’ nano piccirill, più carismatico del padre Francesco».

La Scissione dai Puccinelli:«Tua sorella piange una volta sola»

Tra i protagonisti della Scissione dai Puccinelli c’era proprio Salvatore Lazzaro. La determinazione del ras e dei suoi di sbarazzarsi dei Puccinelli-Petrone emerge da alcune intercettazioni dove è chiara la volontà di uccidere i figli del boss Francesco Petrone. In un passaggio il ras Basile dice:«Quando ci avranno fatto sedere al tavolo, sai che diranno? Hanno sparato nelle finestre, proprio per non incominciare la guerra, perché sanno che morivano, perché quella è una famiglia storica, invece quando noi partiamo, partiamo. E diciamo: bum a uno, bum a ‘o nano grande (Francesco Petrone), e bum a ‘o nano piccolino (Salvatore Petrone)». In un’altra intercettazione a parlare sono Lazzaro e Emanuele Manauro, non sanno ovviamente di essere intercettati. I due discutono sul modo di fare fuori Cirotto Puccinelli, cognato dello stesso Manauro. Lazzaro: «Da dentro la finestra no! Ci sta pure tua sorella (Simona Manauro)… non volendo succede che c’è una buca nel vetro, non si può mai sapere… invece tu prendi lui (Ciro Puccinelli, alias Cirotto, legato alla sorella di Manauro) di faccia, e tua sorella piange una volta sola, piange un anno, due anni, tre anni, e poi se lo scorda».

 

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