Nicola Ferrelli e Antonio Petrella sono stati uccisi ad Apricena il 20 giugno 2017 nella faida tra clan del Gargano. A distanza di 8 anni la polizia ha arrestato Francesco Scirpoli e Pietro La Torre avrebbero fatto parte del commando che eseguì il massacro. “La mafia garganica dimostra la sua brutalità arrivando a sfigurare le vittime come gesto simbolico di intimidazione” ha commentato Francesco Giannella, procuratore aggiunto DDA Bari.
Le riprese dell’agguato hanno consentito, in una fase successiva, di effettuare rilievi tecnico-scientifici complessi, compiuti da personale specializzato del Servizio di Polizia Scientifica di Roma che, grazie ad una consulenza antropometrica, ha rilevato la misurazione dei parametri fisionomici dei soggetti ripresi, con particolare riferimento alla stima della loro statura. L’analisi obiettiva dei dati ha quindi portato ad un giudizio di compatibilità tra le altezze dei killer e quelle degli odierni indagati.
Arrestati esponenti di spicco del clan Lombardi-La Torre Ricucci
Stamattina poliziotti della Sezione investigativa del Servizio centrale operativo di Bari e quelli della Squadra mobile di Foggia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal tribunale di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di due2 persone ritenute responsabili di un duplice omicidio, avvenuto ad Apricena, Foggia a giugno 2017.
Gli arrestati, esponenti di spicco del clan Lombardi-La Torre-Ricucci, devono rispondere dei reati di duplice omicidio volontario e detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo, con la pesante aggravante mafiosa sia per il metodo che per l’agevolazione di un sodalizio mafioso.
Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
Le indagini, frutto dell’incrocio tra riscontri tecnici e le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, hanno accertato che il delitto è stato maturato nel contesto della violenta guerra di mafia per l’egemonia sul territorio di Apricena e San Marco in Lamis, con l’obiettivo di acquisire il monopolio del traffico di stupefacenti e delle altre attività illecite.
Le indagini sono state avviate a seguito delle dichiarazioni di diversi collaboratori di Giustizia dell’area garganica: Marco Raduano, Danilo Della Malva, Andrea e Antonio Quitadamo, Gianluigi Troiano, Carlo Verderosa e Matteo Pettinicchio. Le loro dichiarazioni sono state ritenute attendibili soprattutto perché sono state oggettivamente riscontrabili dalle immagini registrate.
I due indagati, esponenti di spicco del clan, sono già detenuti per altre operazioni antimafia condotte sul territorio garganico, e uno dei due è sottoposto al regime del carcere duro 41 bis.