Più di 100 reati compiuti in ambito tributario. Questo quanto scoperto negli scorsi anni dagli inquirenti che aveva portato all’esecuzione di diverse ordinanze di custodia cautelare emessa dal GIP di Milano nei confronti di 43 degli oltre 150 indagati accusati di aver preso parte ad una maxi associazione per delinquere finalizzata alla commissione delle c.d. Frodi carosello.
Le dimensioni dell’associazione, che aveva ramificazioni non solo in tutto il territorio nazionale ma anche in diversi paesi Europei, erano mastodontiche: tant’è vero che si riteneva che il provento delle frodi carosello ammontasse a ben 520 milioni di euro.
Inoltre, secondo l’accusa formulata dalla Procura Europea, dietro l’operato di questa associazione vi sarebbero state la mafia e la camorra che avrebbero finanziato le attività del sodalizio e avrebbero percepito parte dei proventi.
Per questo motivo era contestata anche la circostanza aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare diverse consorterie mafiose e camorristiche.
Ebbene, stamattina, a scioglimento della riserva assunta all’esito della camera di consiglio tenutasi lunedì, il Tribunale del Riesame, ha annullato il provvedimento nei confronti di alcuni degli indagati tra cui Luigi Oliva: decisiva la linea seguita dai suoi difensori, gli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo, che hanno smontato l’ipotesi accusatoria formulando diverse questioni di diritto tra cui l’inutilizzabilità delle intercettazioni che rappresentavano il fulcro dell’impianto accusatorio sposato dal GIP.
L’ordinanza è stata annullata anche per Simone Liparulo (difeso dal prof Vincenzo Maiello e dall’avv. Francesca Morra), Noviello Massimo (difeso dall’avv. Onofrio Fioretto), Giovanni Nuvoletta e Vittorio Felaco (difesi dagli avvocati Leopoldo Perone e Luca Gili), Cosimo Marullo (difeso dall’avv. Scafuro)


