Ieri il deputato Francesco Emilio Borrelli ha diffuso un video, pubblicato su Tiktok, nel quale è intervenuto il collaborare di giustizia Francesco Mazzarella. La famiglia del pentito e l’Alleanza di Secondigliano sono storicamente in lotta per il controllo camorristico dei quartieri di Napoli e di alcune cittadine della sua provincia. Dunque una realtà globale che si riflette anche a San Giovanni a Teduccio dove i Mazzarella sono storicamente in guerra con la famiglia Rinaldi, legata all’Alleanza.
“Mio cugino (Gesualdo Sartori) a 30 anni comanda quasi tutta Napoli“ ha raccontato l’ex boss “Nessuno lo ferma, lui ha in testa solo di ammazzare i nemici e il vendicare i nostri morti. L’altro giorno hanno fatto una sparatoria sotto casa dei Rinaldi. Spero che un giorno capiscano e passino dalla parte dello Stato come noi.”
LA DENUNCIA DI BORRELLI SU MAZZARELLA
“Le parole di Francesco Mazzarella certificano quella che è una realtà, che noi denunciamo quotidianamente, ben nota ormai anche se spesso si fa finta di dimenticarsene. – spiega il deputato dell’alleanza Verdi-sinistra Francesco Emilio Borrelli– La camorra cittadina e quella della periferia sono ben diverse da quella dell’hinterland e del casertano le quali, seguendo le orme di Cosa nostra in Sicilia, hanno management più imprenditoriali e sono maggiormente legate alla vita politica ed amministrativa risultando realtà ben radicate nel tessuto sociale. In città, come alle sue porte, invece, i clan, che si avvicendano in un turn-over continuo, per la loro origine dalla criminalità urbana e non elitaria, tentano di imporsi con la violenza, la sopraffazione e azioni da Far West puntando al ‘tutto e subito’. Una strategia che porta a tanti morti ammazzati e non sempre tra le fila dei gruppi criminali“.
IL VIDEO DI FRANCESCO MAZZARELLA SU TIKTOK
“Per contrastare la camorra di provincia bisogna colpire i vertici, qui invece bisogna eliminare l’humus che determina quelle condizioni che favoriscono la proliferazione di mercati ed economie illeciti di cui i clan si nutrono e con i quali attirano la manovalanza tra le classi meno abbienti. Ripulire i mercati, piccoli e grossi, riconvertendoli alla legalità vorrebbe dire creare lavoro e ed eliminare quei disagi sociali che alimentano il fenomeno camorrista. Va fatto questo unitamente agli arresti e alle condanne per fermare quei pazzi furiosi che seminano morte e terrore”, conclude Borrelli.