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sabato, Aprile 20, 2024
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Moglie uccisa al Lago Patria, dietro la tragedia i litigi per il centro di famiglia

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Vi sarebbero innumerevoli discussioni sul centro odontoiatrico di famiglia dietro l’omicidio di Romana Danielova. Nei giorni scorsi per il suo omicidio avvenuto a Lago Patria è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il marito, Gennaro De Falco. Tensioni e malumori originati dal centro intestato alla donna ma di fatto gestito da De Falco. E’ questa la pista seguita dagli inquirenti che hanno raccolto le testimonianze di chi conosceva la coppia e i loro litigi nati per ragioni prettamente economiche. Forse l’ennesimo alterco avrebbe innescato la folle reazione di De Falco con l’omicidio della moglie. Ai carabinieri l’uomo non avrebbe raccontato nulla ma è questa la pista maggiormente seguita dagli investigatori per cercare un movente dietro il folle gesto.

IL PRECEDENTE ARTICOLO SUL DELITTO DI LAGO PATRIA

Gennaro uccise la moglie e finse il suicido per depistare le indagini. Stamattina i carabinieri della Compagnia Carabinieri di Giugliano hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti di Gennaro De Falco. Operazione culminata in seguito all’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. Il 63enne, residente a Giugliano, è gravemente indiziato dell’omicidio della moglie Romana Danielova. L’omicidio avvenne al Lago Patria lo scorso 12 luglio.

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IL GIALLO IN SALOTTO DI GENNARO E ROMANA

Subito dopo il fatto, Gennaro aveva allertato i carabinieri e il “118” asserendo che, al suo risveglio, aveva trovato la moglie, priva di vita, impiccata al cordino delle tende, nel salotto della loro abitazione a Lago Patria. Fin dai primo sopralluogo sul luogo del fatto, emergevano seri dubbi in ordine all’attendibilità della versione fornita dall’arrestato. In particolare, l’attenzione degli investigatori si concentrava sullo strumento che sarebbe stato utilizzato per commettere il suicidio, del tutto inadeguato a sostenere il peso del corpo della donna. Acquisiti dopo elementi significativi di un’accesa pregressa conflittualità fra i due, dovuta a dissidi economici connessi alla gestione di un centro medico. L’esame autoptico confermava che la causa del decesso non era da individuarsi nell’impiccagione, quanto, piuttosto, nello strangolamento preceduto da colluttazione.

LE ACCUSE AL MEDICO

Inoltre Gennaro è indagato per aver cagionato lesioni personali gravi ad una donna, medico del 118, intervenuta sul luogo dell’evento. Secondo il 63enne sarebbe stata responsabile di non aver sottoposto, alcuni giorni prima, a TSO la moglie. Secondo il racconto del marito la donna aveva manifestato segni di squilibrio mentale. Quindi l’uomo è accusato anche di lesioni personali gravi in pregiudizio di un sanitario del 118.

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